Con il granoturco è possibile risolvere uno dei principali problemi di inquinamento determinati dalla dispersione nell'ambiente in Italia di 8 miliardi di bottiglie di plastica all'anno. E' quanto è emerso al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti e dallo Studio Ambrosetti dove è stata presentata da NatureWorks la bottiglia d'acqua “Belu” che ha l'aspetto di una normale bottiglia di plastica, ma che è interamente realizzata a base di granoturco e pertanto completamente biodegradabile, con una scadenza di sei mesi per l'acqua contenuta.
Per ogni bottiglia da mezzo litro servono solo 65 grammi di granoturco al posto di circa 0.027 litri di petrolio con la riduzione di 0.04 kg equivalenti nelle emissioni di anidride carbonica. In termini generali, considerando il consumo complessivo di bottiglie in Italia , il risparmio complessivo di petrolio sarebbe di quasi 200 milioni di litri di petrolio con una riduzione di 320mila tonnellate equivalenti nelle emissioni di anidride carbonica . Nella gamma dei prodotti esposti al Forum di Cernobbio della Coldiretti spiccano quelli ottenuti dalle bioplastiche (Mater-bi) realizzati dalla Novamont a partire dall'amido di mais, grano e patata e quelli della Natureworks a partire dal granoturco. Ci sono piatti e bicchieri, sacchi per la raccolta differenziata, contenitori alimentari, bastoncini cotonati, fino ad arrivare agli innovativi materiali per il packaging industriale come sostitutivi del polistirolo o a materiali completamente atossici destinati al divertimento di bambini o animali.
Ma soprattutto è stata presentata una alternativa ambientale per sostituire anche in Italia, come previsto dall'emendamento approvato sulla Finanziaria in commissione ambiente a partire dal 2010, i tradizionali sacchetti della spesa che disperdono in sul territorio nazionale ben 300mila tonnellate di plastica all'anno. Una norma che mette il nostro paese al pari con la Francia dove il provvedimento è stato già approvato nella legge di orientamento per l'agricoltura. Con mezzo chilo di granoturco e un chilo di olio di girasole è possibile – precisa Coldiretti – produrre materiale biodegradabile in grado di sostituire quasi cento sacchetti della spesa di plastica inquinante.
In termini generali dalla coltivazione di appena 200mila ettari di terreno è possibile produrre bioplastiche sufficienti per abbandonare completamente le bustine della spesa di plastica con l'emissione di 400mila tonnellate di anidride carbonica (CO2) in meno, grazie ad un risparmio nei consumi di petrolio stimato pari a 200mila tonnellate l'anno. Un obiettivo al quale guarda l'accordo raggiunto tra Coldiretti e Novamont sulla prima bioraffineria italiana localizzato a Terni ed in grado di utilizzare le risorse naturali di origine agricola locali senza organismi geneticamente modificati. Estremamente ampio è il campo delle innovazioni che puntano ad utilizzare i prodotti agricoli come fonte energetica per sostituire i combustibili fossili derivati dal petrolio e se la produzione di biocarburanti è una realtà consolidata nel mondo, una curiosità innovativa ad uso familiare è la caldaia alimentata con il granoturco che può riscaldare un appartamento di medie dimensioni.
Per riscaldare un appartamento di cento metri quadri, infatti, occorre rifornire la speciale caldaia con circa trenta chili di chicchi di granoturco al giorno, con un risparmio del 50-60% rispetto al gasolio o al metano. La caldaia ha una potenza utili da 18000 a 25000 kcalorie/ora, una altezza di 160 centimetri e sono dotate di un contenitore che permette di introdurre il granoturco in modo del tutto automatico ed i residui della combustione non vanno sprecati perché possono rappresentare un ottimo concime naturale per orti e giardini. Si tratta peraltro – ha concluso il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni – solo di una delle opportunità offerte dall'agricoltura nazionale poiché potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell'allevamento e installando pannelli solari nelle aziende agricole è possibile arrivare a coprire fino al 13 per cento del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di 30 milioni di tonnellate.