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Contro le stragi di ciclisti in città, auto e moto a 30 Km/h

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Contro le stragi di ciclisti in città, auto e moto a 30 Km/h

Introdurre e fare rispettare nelle aree urbane il limite di velocità di 30 Km/h è essenziale per combattere gli incidenti mortali ai danni di pedoni e ciclisti. Si tratta di una soluzione economica che contribuirebbe alla fluidificazione del traffico e al miglioramento della qualità della vita. Ma occorrono nuove regolare e soprattutto chi le faccia rispettare.

"Dei morti sulle strade italiane – quasi la metà in città a differenza degli altri paesi europei – uno su due è un cosiddetto utente debole, ovvero un pedone o un ciclista. Gli incidenti stradali sono la vera emergenza dei nostri tempi: costituiscono la prima causa di morte accidentale, e addirittura la prima
in assoluto per i giovani fino a 29 anni". Così dichiara Edoardo Galatola, Responsabile Sicurezza della Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta. "Ciononostante – prosegue Galatola – la sicurezza stradale di pedoni e ciclisti non è ancora nell'agenza politica nazionale".

"Le cause strutturali di pericolo delle strade – prosegue Galatola – sono la velocità di percorrenza dei mezzi motorizzati incompatibile con l'assetto urbano e l'associata carenza di visibilità degli ostacoli improvvisi. Le cause scatenanti del singolo incidente sono poi di volta in volta la distrazione, l'eccesso di confidenza col mezzo, l'uso del telefonino, l'attraversamento imprudente, la scarsa cultura del rispetto".

Per rendere le strade meno pericolose per ciclisti e pedoni – tenuto conto che bambini e anziani sono maggiormente più a rischio rispetto agli adulti per minori capacità di previsione e reazione – non sono sufficienti pezzi di piste ciclabili o parziali divieti di circolazione ai mezzi pesanti. Nè è immaginabile che nei prossimi dieci anni possano essere realizzati sistemi di reti ciclabili urbane ed interurbane – come esistono in Danimarca, Austria o Francia – capaci di consentire la libera circolazione di bambini ed adulti in bicicletta in condizioni di sicurezza. Finora è mancata, salvo rari casi, una politica diffusa a favore della mobilità ciclistica intesa a tutti gli effetti come modalità di trasporto. Occorre quindi ridurre il limite di velocità nelle città dove oggi la velocità media è di 15 Km/h.

Guidando a 30 km/h l'errore si recupera, se si guida a 50 km/h o addirittura a 70 km/h no. Resta il morto o l'invalido permanente e magari il conducente rimane sotto shock.

A queste iniziative di carattere generale si devono poi aggiungere tutti quei provvedimenti specifici quali, ad esempio, l'obbligo di specchietti retrovisori o di sistemi di video-sorveglianza per i mezzi pesanti al fine di consentire al conducente di vedere cosa succede lungo i fianchi o nella parte posterione del mezzo.