AREZZO – Da svariati giorni le cronache sono occupate dalla questione Arezzo Wave. La città assiste preoccupata e sbigottita e gli aretini si domandano cosa ne sarà di Arezzo Wave, se è vero che Firenze vuole il nostro Festival, finendo per interrogarsi sull’eventuale ingratitudine di Valenti.
In questo dibattito, nei suoi esiti, ben poco residua dell’evento che tutto avrebbe fatto scatenare: la trasmissione delle Iene sul campeggio di Arezzo Wave. Non c’è bisogno di troppa arguzia per separare i problemi droga e disagio giovanile dal Festival e dalla sua valenza culturale, promozionale ed economica e, se questo fosse stato il tema, avremmo probabilmente sviluppato dotte elucubrazioni su come arginare questi fenomeni, sulle politiche preventive e/o repressive da attuare. Il tutto facendo salvo il nostro Festival, che certo non è causa mondiale di disagio giovanile né ha l’esclusiva internazionale per il consumo di stupefacenti. Ma improvvisamente tutto questo passa in secondo piano, come se fosse stato solo un pretesto per scatenare la bufera.
La discussione si sposta sul trasloco di Arezzo Wave, dalla città natale dove ha emesso i primi vagiti, dove è cresciuto ed è diventato grande, a Firenze e ai comuni della piana fiorentina. Apprendiamo che già da mesi sono in corso contatti con il comune di Firenze, dell’accordo (quasi) confezionato prima che vedessimo le Iene in televisione: Arezzo sarebbe un vaso troppo piccolo per ospitare lo sviluppo ulteriore della manifestazione.
Queste enunciazioni rappresentano, se non altro, un punto di chiarezza per capire quale sforzo sia possibile realizzare nei prossimi giorni.
Non so se il trasloco sia ineluttabile, certo la città avrebbe meritato più attenzione da parte dell’Organizzazione del Festival. Il Festival è nato e cresciuto per le brillanti intuizioni di Mauro Valenti, cui va il nostro riconoscimento, per la sensibilità dell’Amministrazione Comunale che ne ha accompagnato la crescita e per l’accoglienza, ’affetto e l’apprezzamento della città. La città lo ha nutrito con migliaia di aretini, giovani e meno giovani che ogni anno lo hanno aspettato, con centinaia e centinaia di volontari che edizione dopo edizione si sono impegnati per realizzarlo. Insomma, il Festival è vissuto e cresciuto con la città, ha un “ruolo” da noi. Anche questa è la specificità e la ricchezza di Arezzo Wave. Altrove, non so dove, Vattelapesca Wave perderà la sua natura, il suo ruolo. Si impoverirà la città ma si impoverirà anche il Festival, indipendentemente dalle grandi capacità di Valenti.
D’altra parte ho il sospetto che in città ci sia qualcuno che pensa al trasloco del Festival senza troppa apprensione, quasi che perso un evento di tal genere non sia poi così difficile costruirne un altro o dirottare i denari su iniziative più “elevate”. Questa è pura miopia. Mi ripeto: non so se il trasloco sia ineluttabile ma so per certo che vi deve essere fino in fondo l’impegno di tutti per evitare che ciò succeda. Mi rivolgo a Valenti, perchè venti anni di rapporto con la città gli attribuiscono molte responsabilità nei confronti della comunità e, da persona intelligente quale egli è, ne è sicuramente conscio. Se Arezzo è un contenitore non più sufficiente, come si dice, gli aretini non si offenderanno ma saranno orgogliosi se il loro festival diverrà un evento regionale – come ha proposto nei giorni scorsi Paolo Nicchi – salvaguardandone il cuore aretino. Un’ipotesi come questa, che pare una soluzione da approfondire, richiede disponibilità e impegno da parte di tutti, la voglia di mettersi intorno ad un tavolo –Organizzazione, Comune, Provincia, Regione. La Giunta comunale sia protagonista di questa proposta, indipendentemente dalle discussioni di questi giorni. Per quanto mi riguarda, per quanto riguarda i Democratici di Sinistra, l’Amministrazione può e deve lavorare fino all’ultimo, ricercando le migliori soluzioni per la città e per valorizzare il nostro Festival. I DS porteranno la questione anche in Consiglio Regionale, come soggetto istituzionale coinvolto che non può esimersi da chiare valutazioni anche in relazione all’atteggiamento opinabile tenuto dal Sindaco di Firenze Domenici.
Se l’organizzazione di Arezzo Wave, nonostante l’impegno dell’Amministrazione, delle forze politiche, della città, riterrà essenziale migrare altrove, avremo la certezza di aver fatto il possibile per evitare che questo succedesse, riconsegnando ad altri le responsabilità delle proprie scelte.