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Donne: l’impegno del Comune contro la violenza

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Donne: l’impegno del Comune contro la violenza

AREZZO – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Quella di domani – ricordano il vice Sindaco Donella Mattesini e gli assessori comunali Lucia De Robertis ed Aurora Rossi – sarà una nuova occasione di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno ancora oggi drammaticamente presente visto che la prima causa di morte delle donne in tutto il mondo è proprio la violenza. Anche nella nostra città non mancano situazioni di maltrattamenti e conflitti nei confronti delle donne e dei minori: da indagini effettuate risulta infatti che Arezzo è la prima città toscana per casi di separazione problematiche nei primi cinque anni di vita dei figli. ”.
La violenza è parte di una cultura che nega alle donne pari opportunità e pari diritti: milioni di donne nel mondo sono vittime di violenze domestiche, schiavizzate in matrimoni forzati, comprate e vendute per alimentare il mercato della prostituzione, violentate e torturate in stato di detenzione. Queste violenze, anche se vengono sempre più spesso denunciate, rimangono ancora oggi poco conosciute e largamente sotto stimate. Si tratta di una grave violazione dei diritti umani.
“Il problema – sottolineano Mattesini, De Robertis e Rossi – è quello di fare scelte precise e concrete, anche a livello locale, per cambiare la cultura di questo paese ma anche per fornire strumenti e servizi alle donne, sia per scongiurare fenomeni di violenza sia per aiutarle qualora questi si siano già verificati”.
Ecco quindi il sostegno e la collaborazione del Comune di Arezzo con Pronto Donna, Donne Insieme e Caritas, tre Associazioni che operano nel territorio per la tutela dei diritti delle donne e non solo. Ognuna di loro affronta e cerca di risolvere con gli strumenti disponibili i problemi legati a casi di violenza e di maltrattamenti attraverso punti di ascolto telefonici attivi 24 ore su 24, con consulenze legali e psicologiche gratuite, con strutture abitative di prima accoglienza e offrendo supporto per le esigenze primarie.
“ E’ necessario passare dalle parole ai fatti – concludono Mattesini, De Robertis e Rossi – intervenendo fin dalla scuola, nelle famiglie e in tutti i luoghi della formazione per prevenire inciviltà e degrado e per costruire nei giovani il rispetto ed il riconoscimento delle diversità”.