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Giovani e sicurezza stradale: vietato abbassare la guardia

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Giovani e sicurezza stradale: vietato abbassare la guardia

ROMA – Tra i minorenni in Italia si registra, rispetto all'anno precedente, una diminuzione della mortalità per incidenti stradali, pari a -3,8%, tuttavia inferiore alla riduzione media, riferita alla popolazione complessiva, pari a -7,3%. È rimasto invariato nell'ultimo anno il numero dei giovani morti a bordo delle due ruote. Bisogna tenere conto che fra il 2000 e il 2004 l'incremento dei morti alla guida di veicoli a due ruote era stato del 24%. Gli adolescenti e i giovani adulti rappresentano le fasce di età che hanno risposto meno positivamente alle misure protettive introdotte negli ultimi anni per innalzare gli standard di sicurezza. E infatti, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2004 in Italia sono deceduti a causa di incidenti stradali 308 minori e 28.242 hanno riportato lesioni di diversa gravità. In particolare, quattro giovani vittime su dieci hanno perso la vita in infortuni occorsi alla guida di un veicolo a due ruote: il binomio adolescente-motorino è ancora una combinazione che fa innalzare il rischio.

A confermare i dati ufficiali sono i risultati della quarta annualità di "Una nuova cultura della sicurezza stradale", programma realizzato grazie alla collaborazione del Ministero della Pubblica Istruzione, il Ministero dei Trasporti, la casa editrice Le Monnier e il Censis, che prevede la somministrazione di un test di auto-valutazione sulla sicurezza stradale agli oltre 2,6 milioni di studenti di tutte le scuole secondarie d'Italia, e il monitoraggio quinquennale dei comportamenti di mobilità e della cultura della sicurezza stradale di un campione rappresentativo dei giovani italiani.

Secondo i risultati dell'indagine, nei dodici mesi antecedenti la rilevazione il 15,2% degli studenti (ovvero più di 400.000 giovani) è stato coinvolto in almeno un sinistro stradale. Il 13,4% (355.000 ragazzi) ha avuto almeno un incidente alla guida (300.000) o a bordo come passeggero (55.000) di un veicolo a due ruote. I giovani che non indossano il casco sulle due ruote si sono ridotti al 3,7%, quelli che circolano in due sul motorino sono però il 53,3% (il 79% al Sud), e i ragazzi che percorrono un incrocio con il semaforo rosso sono ancora il 40,6%. Inoltre, solo il 35% comprende il significato di tutti i segnali stradali.

L'educazione stradale ha cominciato ad avere una reale diffusione negli istituti scolastici, guadagnando peraltro un crescente apprezzamento da parte degli studenti (il 73,4% dichiara che il corso frequentato per ottenere il patentino è "molto" o "abbastanza" utile per diventare un buon utente della strada).

Ha passato il test del Censis il 66% degli studenti, con un profilo di "prudenti e osservanti", il 29,3% è stato classificato "scarsamente abile e poco scrupoloso" e un residuale 4,7% è risultato "pericoloso e aggressivo" nella guida. Il profilo, tra luci e ombre, degli studenti alla guida ci dice quindi che non possiamo permetterci di abbassare la guardia, in quanto al momento i modelli di comportamento più sicuri non appaiono ancora durevoli, ma necessitano piuttosto di essere consolidati e radicati.

Questi sono alcuni dei principali risultati di un'indagine realizzata dal Censis in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, il Ministero dei Trasporti e la casa editrice Le Monnier, che vengono presentati oggi a Roma, alle ore 15.00, presso la Sala Stampa del Ministero dei Trasporti da Giuseppe Roma, direttore del Censis e Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis e presidente Edumond-Le Monnier. Intervengono Letizia De Torre, sottosegretario Ministero della Pubblica Istruzione e Alessandro Bianchi, Ministro dei Trasporti.