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I falsi di Natale

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I falsi di Natale

ROMA – Tra il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale gli italiani spenderanno circa 2.200 milioni di euro, ma dovranno stare attenti alle imitazioni e contraffazioni alimentari natalizie, favorite dai massicci acquisti, E’ quanto afferma l’Unione Nazionale Consumatori che ha fatto una rassegna di quelle più frequenti.
Cotechini e zamponi. Le imitazioni sono concentrati di grassi, acqua e parti scadenti come cotenne, tendini, nervetti, trippe, eccetera. Per evitarle, basta guardare l’elenco degli ingredienti: se al primo posto c’è “carne suina” va bene, perché significa che è preponderante la carne magra di suino.
Spumanti. Sembrano spumanti, ma sono bibite di fantasia aromatizzate con succo di frutta e un po’ di vino frizzante, che imitano gli spumanti sia nel tipo di bottiglia “champagnotta” sia nella chiusura con tappo a fungo e gabbietta. Chi non vuole brindare a Natale o fine anno con una bibita deve fare attenzione alla denominazione, che deve essere “spumante” o “vino spumante”.
Pesce spada. I tranci esposti sul banco sembrano di pesce spada, invece sono di verdesca, uno squalo molto somigliante ma assai meno saporito. Preferire i banchi che espongono la testa del pesce spada. Attenzione anche ai tranci di spinarolo (sempre uno squalo) spacciato per palombo: hanno un colore più scuro.
Capitone. Può capitare di comprare a oltre 20 euro al chilo un grongo, che è quasi identico al capitone ma assai meno pregiato. Si riconosce perché ha il muso meno affusolato. Inoltre, il vero capitone è un’anguilla che pesa almeno 7-8 etti: se il peso è minore, è una anguilla normale e deve costare di meno.
Cappone. C’è anche il falso cappone, che è un normale pollo castrato macellato a 70 giorni o meno: il vero cappone è molto più grande perché, per legge, deve essere macellato a 140 giorni, altrimenti non si può chiamare “cappone”. Attenzione quindi alla denominazione.
Caviale. Ci sono anche imitazioni del caviale, un prodotto che non è regolato da alcuna legge: sono uova di pesci diversi dallo storione e colorate di scuro. Purtroppo si riconoscono “dopo” perché, messe su una tartina, lasciano un alone scuro dovuto alla perdita di colore.
Salmone affumicato. Il fumo non c’entra, costa troppo affumicare con il fuoco a legna e un risultato similare si ottiene impregnando il salmone con un “aroma di affumicatura”. E’ tutto regolare perché è permesso dalla CE, ma si può riconoscere perché nell’elenco degli ingredienti c’è la parola “aromi”.