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La protesta dell’autotrasporto

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Gli autotrasportatori dicono basta ad una politica che li costringe ad inseguire ogni anno interventi tampone che portino un pò di sollievo rispetto al costante incremento dei costi che devono subire.

E’ questa la principale ragione per cui le associazioni nazionali hanno proclamato il fermo nazionale da lunedì 30 ottobre a venerdì 3 novembre compresi.

“La disattenzione del governo nei confronti dei problemi dell’autotrasporto – afferma Mauro Borgogni, coordinatore provinciale di CNA FITA di Arezzo – ha determinato l’apertura della vertenza: la crisi del nostro settore è talmente pesante che abbiamo deciso, pur consapevoli di creare gravi disagi ai cittadini, di procedere verso la più forte manifestazione di protesta che può organizzare la categoria.”

“Sono tre – continua Borgogni – i punti essenziali di confronto con il governo: la revisione urgente della riforma dell’autotrasporto, sgravi e incentivi per compensare il caro costi, misure per rilanciare il settore nella competizione europea. Le imprese di autotrasporto stanno affrontando una vera e propria emergenza costi, una crisi che per gravità e ampiezza non ha precedenti storici; per questo chiediamo al governo di intervenire con misure sufficienti a garantire la nostra sopravvivenza.”

“Anche in Toscana l’autotrasporto è in grave difficoltà, dal 2.000 ad oggi le imprese sono diminuite sensibilmente, e Arezzo da questo punto di vista non fa eccezione, e tante altre lottano quotidianamente per sopravvivere – aggiunge Giuseppe Brasini imprenditore di Foiano della Chiana e presidente regionale di CNA FITA – con la riforma del settore e l’abolizione delle tariffe a forcella siamo rimasti totalmente senza garanzie; il prezzo del trasporto oggi lo fa la committenza mettendo in concorrenza una categoria stremata.”

“E la concorrenza – prosegue Brasini – oggi non è solo un fenomeno interno, preoccupa anche quella selvaggia degli autotrasportatori stranieri che hanno un costo del lavoro inferiore anche del 35% rispetto al nostro, un prezzo del gasolio più basso anche del 15% e nessun tipo di controllo fiscale nel nostro paese.”

Alla base della protesta – riprende Borgogni – vi sono quindi problemi vecchi e nuovi derivanti dalla destrutturazione del settore che adesso può essere risolto solo con una sostanziale modifica a quella riforma che, voluta dal precedente governo e da altre associazioni di categoria, si è rivelata quello che abbiamo sempre detto essere e cioè una riforma fatta su misura non per i diretti interessati, gli autotrasportatori, ma legata alle esigenze di commercianti e industriali che del trasportatore sono committenza. Modificare i principi di questa riforma rappresenta quindi l’bietivo principale di CNA FITA.”

Insieme a queste problematiche CNA FITA è preoccupata anche per le voci che giungono dalla Regione Toscana e che parlano di rincari dei carburanti e delle tasse di possesso dei veicoli.

“Siamo preoccupati e attendiamo l’apertura di un tavolo di concertazione con la Regione – conclude Brasini – vogliamo capire meglio le loro intenzioni e siamo sicuri di essere in grado di poter far comprendere quali sono le reali condizioni del settore e di come provvedimenti come quelli preannunciati raggiungano un unico scopo, quello di crearci ancora nuove difficoltà questa volta anche nei confronti di colleghi che vengono dalle altre regioni.”

La categoria è quindi mobilitata anche su questo versante pronta ad intraprendere tutte quelle iniziative che si rendessero necessarie.

Articlolo scritto da: CNA – FITA