ROMA – Secondo uno studio Eurispes della scorsa settimana, l'Italia, negli ultimi tre anni, ha investito solo l'1,1% del Pil per le politiche della famiglia e dell'infanzia, raggiungendo uno degli ultimi posti in Europa.
Nella Finanziaria, nuovamente arrivata alla Camera per l'approvazione definitiva, sono rimasti intatti i fondi previsti per la creazione di asili nido e micro-nidi: 100 milioni di euro in tre anni, totale 300 milioni. Insufficienti per rispettare l'impegno del Governo di raggiungere entro il 2010 l'obbiettivo stabilito a Lisbona dall'Ue: passare dall'attuale copertura territoriale del 9,9% a quella del 33%. Secondo le stime del Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza, occorrerebbero 9 miliardi di euro. Viene spontaneo chiedersi quali altre misure si intendono adottare per coprire gli 8 miliardi e 700 milioni che mancano.
Un esempio potrebbe essere quello di Bologna: con un accordo, un'azienda privata ha riconosciuto al Comune un contributo di 600 mila euro per la creazione, all'interno del luogo di lavoro, di un nido d'infanzia a gestione pubblica. Iniziative come queste vanno plaudite ed imitate ma, come sostengo nell'ordine del giorno che ho presentato oggi in Finanziaria, non bastano. Per raggiungere gli obiettivi di Lisbona il Governo dovrebbe impegnare con maggiori finanziamenti e predisporre incentivi fiscali per quelle strutture pubbliche e private che realizzano al loro interno asili nido e micro-nidi.