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Politica dei rifiuti e alternativa agli inceneritori

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Politica dei rifiuti e alternativa agli inceneritori

AREZZO – Si è tenuta stamani a Palazzo Comunale la conferenza stampa del partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea sul tema: politica dei rifiuti e alternativa agli inceneritori.
Il piano industriale del comitato tecnico di Ato 7 non soddisfa Rifondazione. “Mentre la Regione Toscana – afferma il capogruppo in Consiglio Comunale Alfio Nicotra – decide di portare la quota di raccolta differenziata al 55% del totale dei rifiuti prodotti e di ridurre gli stessi del 15%, l’Ato 7 predispone un programma nel quale la quota di raccolta differenziata è pari al 45%, ben 10 punti percentuali in meno rispetto agli obiettivi regionali, mentre non prevede alcuna riduzione del monte rifiuti complessivo. Arezzo, già maglia nera in ambito regionale per la raccolta differenziata, con queste premesse vedrebbe ulteriormente aggravata la sua non invidiabile posizione”.
Aggiunge Giampaolo Cecere, della segreteria provinciale di Rifondazione: “Non è possibile che passi sotto silenzio la scelta che l’Ato sta predisponendo e che finirà per vincolare il futuro della città per i prossimi venti anni. Sull’esempio negativo di quanto è stato fatto per l’acqua. In tutti i consigli comunali dove esserci il coinvolgimento di associazioni e cittadini affinché valutazioni di questa portata non siano demandate solo ai Sindaci. In altre zone d’Italia, la raccolta differenziata raggiunge percentuali del 70-80%, quote che inducono gli stessi amministratori a ritenere inutili investimenti tipo quelli che sono stati paventati per l’inceneritore di San Zeno”.
“I termovalorizzatori – aggiunge Nicotra – rappresentano innanzitutto una scelta anti-Europea, basti pensare alla filosofia che sta oramai prevalendo nella UE, quella cioè di considerare i rifiuti come una risorsa non da bruciare automaticamente. Il loro essere anacronistici si misura tuttavia anche grazie a un profilo pratico: hanno potuto infatti sopravvivere sulla base di un contributo statale che sovvenzionava la produzione di energia elettrica derivata dall’incenerimento. Ora, questi soldi dal 2008 spariranno per cui le scelte della giunta Lucherini, e conseguentemente di Aisa, basate sull’esistenza di un contributo destinato a venire presto meno non sono più sostenibili.
Le ceneri prodotte, inoltre, diventano residui a loro volta da smaltire per un volume pari a circa un terzo del totale dei rifiuti. Ci sembra anche questo un motivo convincente per mettere in discussione la quadruplicazione dell’impianto di San Zeno. Diamo di conseguenza un giudizio positivo ad alcune scelte dell’amministrazione guidata da Fanfani: oltre alla cancellazione del progetto di ampliamento dell’inceneritore, ricordiamo anche la revoca della privatizzazione dell’Aisa. Siamo semmai propensi a stimolare la Giunta a una politica che combatta gli aumenti tariffari: con quanto si è costruito ad Arezzo negli ultimi anni, non è possibile che l’Aisa non riscuota tasse sufficienti ad assicurare margini di redditività utili a impedire l’incremento dei costi per i cittadini. Significa che qualcuno elude i pagamenti. Per far fronte a questo problema, potremmo pensare a controlli incrociati tra le banche dati di Aisa, Enel, Catasto e Coingas: probabilmente emergerebbe la quota di evasione.
“Nel centrosinistra aretino – conclude Nicotra – siamo tutti d’accordo nel potenziare la raccolta differenziata mentre esistono sensibilità diverse sull’opportunità di ampliare o meno il termovalorizzatore.
L’atto d’indirizzo che abbiamo presentato in Consiglio Comunale consentirà un primo confronto fra i partiti della coalizione, confronto che auspichiamo prosegua senza pregiudizi o barriere ideologiche magari anche al convegno che abbiamo organizzato per venerdì 15 dicembre, alle 21, nella sala consiliare e dove parteciperanno esperti importanti del settore tra i quali Marino Ruzzenenti, storico dell’ambiente e autore di ‘L’Italia sotto i rifiuti’, un libro che invito tutti i cittadini a leggere con attenzione”.