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Questa Finanziaria non basta per ripartire con l’innovazione

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Questa Finanziaria non basta per ripartire con l’innovazione

ROMA – Il grave ritardo accumulato dal nostro Paese sulle ICT a causa alle politiche del governo di centrodestra, richiedeva la necessità, conseguente, di avviare una “cura da cavallo”, misure organiche, “forti”, capaci di invertire una tendenza negativa.
Certo, non tutto si può fare con una Legge Finanziaria, non nel primo anno di legislatura, e non quando un obiettivo fondamentale è il risanamento del bilancio. Occorreva però dare un segnale, marcare la discontinuità. Questo era necessario, questo ci aspettavamo. Questo non c’è ancora, e questo ci preoccupa.
La Finanziaria prevede diverse misure più che apprezzabili, in più campi ci sono interventi nella direzione da noi auspicata, dalle risorse per la banda larga nel Mezzogiorno alla razionalizzazione dei Fondi, ai crediti di imposta alle imprese per investimenti in ricerca e innovazione; all’istituzione dell’Agenzia nazionale per la diffusione delle tecnologie dell'innovazione.
Purtroppo però sono misure che, per la limitatezza delle risorse, hanno il fiato corto, che pur invertendo il trend negativo del precedente Governo, non consentono di creare quel meccanismo virtuoso che ci possa consentire, pur nel medio termine, recuperi nei confronti degli altri Paesi europei.

La nostra proposta, che articoleremo più in dettaglio nei prossimi giorni, è di utilizzare la leva innovazione per agire sui due versanti dell’efficienza e dello sviluppo:

–> introdurre l’innovazione in aree in cui più rapido è il possibile recupero da efficienza.
Alcuni esempi:
– certificati di malattia e ricette on-line,
– completa copertura della comunicazione interna alla Pubblica Amministrazione, prima con la posta
elettronica, poi con la creazione di una intranet della PA, l’unica che possa garantire un livello
minimo di sicurezza dei dati dei cittadini
– Utilizzo pieno delle infrastrutture di rete da parte della Pubblica Amministrazione (ad esempio
passando al Voip – comunicazione a voce su rete).
Già soltanto con queste misure si possono risparmiare alcuni miliardi di euro in 2-3 anni;

–> Più risorse mirate allo sviluppo, per attivare con maggiore rapidità e vigore il circolo virtuoso
ricerca-innovazione-impresa:
– incrementare in modo considerevole le risorse già previste per le commesse sviluppate
congiuntamente da imprese e università e per gli investimenti in R&S,
– promuovere l’imprenditorialità inserendo gli incentivi per gli spin-off dai centri di ricerca
– favorire l’accesso al credito delle PMI per iniziative di innovazione;
– aumentare le risorse per lo sviluppo della banda larga,
– riportare stimoli e risorse nelle università favorendo iscrizioni e attività di ricerca nelle aree
scientifiche (fondi per borse di studio, convenzioni con istituti e imprese).

Questi interventi, se ben definiti:
–> sono praticamente a onere zero
–> marcherebbero con forza che il Governo vuole davvero ripartire con l’innovazione.

Dedicheremo i prossimi giorni a dettagliare le nostre proposte e a portarle all’attenzione del Parlamento e del Governo. Perché si utilizzi appieno questa grande occasione di cambiamento.

Articlolo scritto da: Osservatorio ICT DL-La Margherita