Home Cultura e Eventi Cultura Teatro: Woyzeck

Teatro: Woyzeck

0
Teatro: Woyzeck

Prosegue la Stagione di Prosa 2005/2006 organizzata dal Comune di Arezzo, Assessorato alla Cultura e Spettacolo, con lo spettacolo WOYZECK, di Georg Büchner, con l?adattamento teatrale di Gianfranco Pedullà, in scena mercoledì 22 febbraio alle ore 21, presso il Teatro Comunale della Bicchieraia.

La vendita dei biglietti viene effettuata presso il Servizio Informagiovani del Comune di Arezzo (Piazza Guido Monaco, 2, tel. 0575 377868), dal lunedì al venerdì, dalle ore 10,30 alle ore 18,30.

Nel giorno di spettacolo la vendita è effettuata anche presso il botteghino del Teatro Bicchieraia dalle ore 18,30 alle ore 20.45.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio Attività Teatrali e Musicali del Comune di Arezzo, tel. 0575 377503-377505-377442.

Note artistiche dello spettacolo:

WOYZECK

di George Büchner nella traduzione di Claudio Magris
adattamento: Gianfranco Pedullà
regia: Gianfranco Pedullà, Nicola Rignanese
musiche: Marco Magistrali
scene: Filippo Marranci
costumi: Milly San Martin Henriquez, Donatella Volpi, Rosanna Gentili
luci: Gianfranco Pedullà
con: Nicola Rignanese, Daniele Bastianelli, Rosanna Gentili, Riccardo Valeriani,
Tito Anisuzzaman, Costantino D?Antonio, Marco Magistrali
produzione: Teatro Popolare d?Arte

Woyzeck continua a radere il suo capitano, a mangiare i suoi piselli come da
prescrizione, a torturare – stordito dall'amore – la sua Marie…
Un testo chissà quante volte scorticato dal teatro; un testo che le Parche,
sul nascere, hanno privato di palpebre; un testo che la febbre ha disintegrato
fin nell'ortografia" (Heiner Muller, 1986)

Questa edizione del Woyzeck – sostanzialmente originale rispetto a quella nel carcere di Arezzo del 2000 e a quella realizzata nel 2001 da una compagnia mista di attori professionisti e attori-detenuti – giunge come punto di arrivo di una lunga ricerca, ora arricchita dall?importante collaborazione artistica con Nicola Rignanese.

Woyzeck è l'essere umano su cui tutti si sfogano. Al Capitano egli serve come oggetto da sbeffeggiare. Al Dottore come cavia. Al Tamburo Maggiore come rivale con cui competere. A Marie come impossibilità d'amore. Ad Andres come limite dell'amicizia. Woyzeck viene agito da tutti gli altri personaggi, quasi incapace di reagire. Espressione e grido delle condizioni umane subalterne, Woyzeck è, insieme, vittima e carnefice. Egli è vittima della società che lo circonda piena di soprusi, moralismi, falsità, doppiezze ed è carnefice del suo unico bene prezioso, la sua giovane e bella Marie. Quando Woyzeck decide di agire uccide il proprio amore con un gesto di folle gelosia.

La messa in scena procede affrontando questo tragico eroe teatrale attraverso uno sguardo leggero che toglie alla vicenda la pesantezza datagli troppe volte da una lettura posteriore, forse, eccessivamente espressionista. Il dramma di Woyzeck viene giocato all'interno di una situazione di festa dentro una "balera" popolare: quasi un locale di ritrovo in una zona marginale, una zona di frontiera dove i linguaggi e i comportamenti si incrociano. Un clima di festa sospesa domina la situazione; una situazione limite, indefinita, caratterizzata dal vedere e non vedere, dal ballo sfrenato e dal gioco anche violento, dall?ascoltare e dal suggerire quello strano equilibrio fra umanità e disumanità che regola i rapporti umani. La messa in scena si sviluppa come in un montaggio cinematografico (accentuato dalla asciutta e poetica versione di Claudio Magris). Woyzeck, in silenzio, ascolta le voci: il petulante e strumentale chiacchiericcio dei capitani, dei medici, dei tamburi maggiori, ed ascolta anche le voci delle sue ossessioni, le voci che i diseredati hanno sempre sentito (o sono sempre stati costretti ad ascoltare) senza vera possibilità di replica. Una battaglia impari. Woyzeck capisce il mondo e la sua violenza ma non riesce a contenere simbolicamente il senso e la necessità di quelle relazioni umane. Quando il circuito della comunicazione si chiude crolla il proprio, difficile equilibrio mentale.

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo