Finanziaria a ‘misura d’ambiente? Il WWF lo valuterà in base a tre criteri semplici e fondamentali: la loro coerenza con quanto dichiarato nel programma dell'Unione e nel decreto di programmazione economica e finanziaria; il senso d'urgenza nell'affrontare partite cruciali e complesse per il futuro del nostro territorio; e la lungimiranza delle scelte, ovvero l'impatto che poche, ben piazzate scelte coraggiose avrà sulla competitività del sistema Italia.
Applicando questi semplici criteri alle singole misure attese, il WWF segnala cinque urgenze ambientali:
“Una ridistribuzione dei capitoli di spesa in queste cinque voci ambientali darebbe finalmente un segnale di discontinuità rispetto alla passata gestione delle politiche ambientali che, fino ad oggi, ci ha soltanto allontanato dal contesto normativo e politico europeo – ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia”.
1) Incisive e coerenti misure nel comparto energetico, che includano incentivi agli investimenti in forme di energia rinnovabili e ad impatto ridotto sulle emissioni e che pongano le basi per l'urgente approvazione e l'applicazione del piano di allocazione delle emissioni per il periodo 2008 – 2012. Il piano è atteso con urgenza dalla Commissione europea entro metà ottobre e la sua approvazione determinerà se l'Italia vorrà o meno affrontare con serietà e lungimiranza la complessa questione dei cambiamenti climatici;
2) La difesa del suolo: serve un finanziamento per ciò che si può senza alcun dubbio definire la "più grande opera per l'Italia", per i suoi risvolti non solo ambientali ma anche di sicurezza sociale e di sopravvivenza economica. Il nostro è un territorio martoriato da ripetuti abusi, la cui gestione non è pianificata secondo le migliori pratiche ormai applicate dovunque nel mondo ma è attivata unicamente secondo una logica di ripetute e recidive emergenze;
3) Gestione delle acque e dei bacini fluviali, che deve superare l'erogazione emergenziale a calamità avvenute ma deve poter programmare situazioni critiche nell'intero paese che non solo provocano ripetute crisi di approvvigionamento idrico o alluvionali, ma che nel lungo termine non risolvono alla radice il complesso problema degli usi competitivi delle risorse idriche in diminuzione, ripartite in maniera non programmata ed irrazionale tra fabbisogni energetici, agricoli, civili e di equilibrio naturalistico;
4) Gestione delle aree protette. Il WWF si attende, da una parte, un coraggioso piano di risparmi delle spese inutili legati ad un sistema di governance dei parchi costoso, datato, poco efficiente e sgrammaticato nel suo complesso; dall'altro, un incisivo piano di investimenti per riportare la gestione delle aree protette dentro gli obiettivi di conservazione che nel tempo sono stati abbandonati o comunque non perseguiti;
5) Un nuovo piano dei trasporti e della mobilità, che consenta una seria programmazione delle infrastrutture necessarie e finanziabili ed un superamento della logica perversa della "legge obiettivo" e del "primo programma delle infrastrutture strategiche" approvato dal precedente esecutivo.
Il WWF infine segnala l’urgenza di affrontare tre linee di politica e legislazione ambientale, non più derogabili:
– il recepimento della direttiva europea sulle acque, che vede l'Italia unico paese in Europa a non aver compiuto nemmeno i passi più elementari verso l'applicazione di questo importante testo normativo;
– l'approvazione del piano nazionale di emissioni di CO2 per il periodo 2008 – 2012;
– la riscrittura del "Codice ambientale", approvato dal precedente esecutivo allo scadere della legislatura, per il quale, per ora, si segnalano preoccupanti ritardi nella revisione dei testi, una criticabile e rischiosa mancanza di coinvolgimento delle parti ambientali, sociali ed economiche interessate, ed un vuoto legislativo tanto evitabile quanto urgente da colmare al più presto.