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Zuccherificio: incertezze sul futuro

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Zuccherificio: incertezze sul futuro

Cia Toscana: « E’ indispensabile ed urgente affrontare tale situazione individuando soluzioni in grado di garantire certezze e prospettive a tutti gli operatori della filiera»

Risolvere la crisi del settore bieticolo-saccarifero garantendo prospettive e occupazione agli agricoltori e ai lavoratori coinvolti. E’ questo in sintesi l’obiettivo del documento della Cia Toscana approvato ieri, lunedì 31 luglio, dal Comitato Federale della Confederazione Italiana Agricoltori al fine di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni sulle difficoltà che gravano sul settore e sulle prospettive dello zuccherificio di Castiglion Fiorentino (Ar).

Secondo la Cia Toscana in particolare la crisi del comparto bieticolo-saccarifero, conseguente alla riforma dell’OCM del settore, si presenta in un momento di grande difficoltà per l’agricoltura e mette a rischio le prospettive di centinaia aziende toscane e l’occupazione di alcune migliaia di lavoratori autonomi e dipendenti in esse impiegati. Ai rischi per le imprese agricole si aggiungono anche le gravi preoccupazioni per il futuro occupazionale dei lavoratori dello zuccherificio di Castiglion Fiorentino, struttura che negli anni ha garantito la sussistenza dell’intera filiera bieticola di gran parte della regione.

La Cia Toscana ritiene pertanto indispensabile e urgente affrontare tale situazione individuando soluzioni in grado di garantire certezze e prospettive a tutti gli operatori della filiera. Tutti i soggetti in campo, dalle istituzioni alle rappresentanze economiche e sociali, alla proprietà dello stabilimento, dovranno fare la propria parte per elaborare, in uno sforzo congiunto, le risposte più idonee a dare soluzione a questa pesante crisi.

«Le ipotesi fin qui avanzate dal gruppo Falck – Meccaferri – afferma in proposito Giordano Pascucci, Presidente Cia Toscana – che prevedono la riconversione dell’impianto in una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata da biomasse, rappresentano per la Cia Toscana una risposta del tutto inadeguata alle necessità attuali del settore».

In particolare la Confederazione rimarca inadeguatezza nella proposta del gruppo Falck-Meccaferri per una mancata rispondenza a un progetto di filiera agro-industiale; perché non garantisce una adeguata remuneratività al segmento agricolo della filiera; perché prevede un ricorso significativo a biomasse di importazione per l’alimentazione della centrale, con evidenti ricadute negative in termini ambientali; per tempi di realizzazione medio-lunghi, inadatti alle necessità immediate della filiera; inoltre perché garantiscono occupazione solo a un numero limitato degli attuali addetti allo stabilimento.

La Cia toscana è da tempo impegnata nella promozione delle filiere agri-energetiche, incentrate sulla produzione diffusa di energia e sul ruolo centrale dell’impresa agri-energetica.

«Noi riaffermiamo in questo quadro la nostra disponibilità – continua Pascucci – ad un confronto e ad un comune lavoro per la creazione di filiere agro-industriali rivolte alla produzione di energia, purché improntate alla pari dignità di tutti i segmenti della filiera e rispondenti ad obiettivi di remuneratività per l’impresa agricola». «Le proposte finora pervenute – conclude il Presidente della Cia – risultano insoddisfacenti per quanto riguarda la remunerazione dei semi oleosi, mentre per quanto riguarda le biomasse solide riteniamo necessaria una più ampia fase di sperimentazione di campo, per valutarne la produttività reale negli ambienti agricoli della Toscana, la redditività e l’impatto sul tessuto socio-economico territoriale. La nostra proposta è quella di attivare iniziative di confronto tra tutti i soggetti interessati a partire dalle rappresentanze sindacali e professionali degli operatori, autonomi e dipendenti, dei diversi segmenti della filiera, il cui obiettivo comune è la salvaguardia delle garanzie di lavoro e di reddito per il futuro».

Articlolo scritto da: CIA Toscana