AREZZO – La scorsa notte è mancato l’Abbé Pierre, il frate francese che cinquanta anni fa ha fondato il movimento di Emmaus. Con lui se ne va un grande uomo della Chiesa del nostro tempo, esempio di coerenza e determinazione per milioni di persone in tutto il mondo.
Alcuni di noi l’hanno incontrato, più volte, nella piccola Comunità di Emmaus di Ponticino o presso la Fraternità di Romena, cui era legato da un vincolo di amicizia e a cui ha ispirato lo stile di accoglienza e semplicità. Un incontro che lascia il segno. L’Abbé Pierre e la Comunità di Emmaus, insieme al suo responsabile Franco Bettoli, hanno ispirato numerose esperienze di solidarietà locale e internazionale della nostra città, da Ucodep al Comitato di Solidarietà, dai primi centri di accoglienza per immigrati al campo nomadi. E naturalmente la Comunità Emmaus di Ponticino, che vive da trenta anni del superfluo delle nostre soffitte e cantine. L’Abbé Pierre era un uomo così piccolo che fino alla fine è riuscito a scuotere le coscienze dei governanti per andare incontro agli ultimi: compagni del suo cammino sono stati i clochard, gli ex carcerati, i poveri delle baraccopoli. Seguiva il Vangelo alla lettera: aiutava chi aveva bisogno di essere salvato.