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Artigiani: «risolvere subito il problema degli studi di settore»

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Artigiani: «risolvere subito il problema degli studi di settore»

AREZZO – Prosegue a pieno ritmo il confronto tra Confartigianato e il Ministero delle Finanze sull'attuazione del Protocollo sugli studi di settore. ‘La nostra preoccupazione riguarda i rischi di incremento della spesa pubblica da sostenere con maggiori tasse – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Giovan Battista Donati – Anche per questo sollecitiamo la rapida definizione dei problemi aperti sugli studi di settore. Per ora la soluzione rimane lontana, nonostante le precise indicazioni contenute nelle mozioni approvate a dal Senato. Quello che la nostra Associazione si auspica è che degli studi di settore non si faccia un uso improprio. Gli studi di settore non vanno usati come minimum tax ma come sistema indicativo per le strutture pubbliche per la ricerca dell’evasione fiscale’.
E il dialogo tra il Governo e le parti sociali continua. ‘La Confederazione continua ad impegnarsi perché vengano adottate soluzioni di carattere amministrativo che hanno il fine di assicurare che i nuovi indicatori di normalità economica siano equi e selettivi – conclude Donati – I primi interventi riguardano la definizione delle imprese marginali, la valorizzazione dello strumento dell'asseverazione e la costituzione di un gruppo di lavoro finalizzati a cogliere e risolvere le situazioni di criticità. Gli studi di settore infatti possono e devono diventare uno strumento utile e prezioso per tutti i tipi di imprese. Per questo motivo Confartigianato Imprese si impegnerà perché gli studi non servano per agevolare solo alcuni e affinché ci sia trasparenza nella tassazione e nel controllo’.
‘Confartigianato è impegnata nella battaglia per ottenere le necessarie correzioni agli studi di settore. Una battaglia che la Confederazione sta conducendo in maniera determinata e mantenendo salda l’intesa con le altre 4 Confederazioni dell’artigianato, del commercio e delle piccole imprese. La politica fiscale e gli studi di settore restano insomma un tema caldo, volto verso un nuovo possibile assetto organizzativo – continua Donati – Interventi utili nell’ambito degli studi di settore dovrebbero essere posti in essere al fine di rendere più efficace l’attività di supporto e coinvolgimento dei dirigenti artigiani nella materia studi settore. Stiamo attraversando un momento di leggera ripresa che dobbiamo proteggere perché non venga soffocata dal carico fiscale’.
‘Quando si affronta il tema della competitività delle imprese bisogna considerare che tra gli asset principali vi è la riduzione della pressione fiscale abbinata alla semplificazione dei relativi adempimenti, questioni tra l’altro più volte “rivendicate” dalla Confartigianato – conclude Donati –Le criticità correlate all’utilizzo degli studi di settore richiederanno alcuni interventi cosiddetti di “riallineamento” a livello confederale per ciò che concerne la distinzione tra l’importanza dello studio in quanto tale e l’impatto derivante dalla relativa implementazione dello stesso, attività quest’ultima in ordine alla quale la Confederazione potrà svolgere un ruolo importante di accompagnamento delle politiche fiscali e di propositività nell’ambito del processo di adattamento rispetto alle differenti realtà di impresa presenti sul territorio. L’evasione fiscale inoltre penalizza prima di tutto le imprese che lavorano onestamente, le stesse che vanno tutelate anche dalla concorrenza sleale come quella resa possibile dalla falsificazione dei marchi ‘Made in Italy’’.