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Bettino Craxi: ci sarà ad Arezzo una strada a lui dedicata

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Bettino Craxi: ci sarà ad Arezzo una strada a lui dedicata

AREZZO – Edi Bacci (Ds) ha chiesto un pronunciamento del Consiglio a sostegno delle donne di Sarajevo rappresentate dalla associazione “Donne vittime della guerra”, soggette a stupro etnico in numero drammaticamente elevato. La mozione è stata approvata anche con l’impegno del Presidente del Consiglio Comunale a mettere a disposizione la sala consiliare per eventuali iniziative sul tema.
La commemorazione di Bettino Craxi per il tramite di una strada a lui intitolata e adiacente al nuovo palazzo di giustizia è stata avanzata sia da Raffaello Giorgetti (Fi) che da Giovanni Pelini (Sdi) anche se nel caso di Pelini non è stata suggerita una specifica ubicazione nel caso di eventuale approvazione dell’atto. È stato Giovanni Pelini a illustrare le motivazioni dell’iniziativa mentre Giorgetti ha deciso di ritirarlo per evitare inutili duplicazioni.

Marco Manneschi (Città aperta) ha sottolineato quanto rivisitare quel periodo storico “non sia semplice. Il tempo attenua giudizi e asprezze e dà la possibilità di prendere atto della reale misura del degrado etico del paese e delle responsabilità di un’intera classe dirigente. La corruttela non è tra l’altro sparita, si è fatta più subdola e difficoltoso scoprirla”. Manneschi ha così proposto un emendamento dove si ritiene “vi debba essere un adeguato riconoscimento della statura di alcuni dei padri della patria, La Pira, Lombardi e Terracini, e di seguito La Malfa e Berlinguer, questo prima di una figura come Bettino Craxi. Dopo questo adeguato percorso di recupero di memoria storica, si può anche dedicare al leader socialista una strada cittadina”.
Alfio Nicotra (Prc) ha criticato questo “sdoganamento di Craxi che non rende merito alla storia del Partito Socialista meglio rappresentata da Bruno Buozzi, Giuseppe Matteotti e Aldo Ducci, meritoriamente rappresentati nella toponomastica cittadina. La sconfitta politica di Bettino Craxi si chiama Tangentopoli. Inoltre, quando ancora oggi ad Arezzo si devono celebrare i processi di Variantopoli e la questione morale è ancora aperta, ricordare e celebrare Bettino Craxi ha il sapore della strumentalizzazione”.
Carlo Umberto Salvicchi (Ds) ha ricordato le contraddizioni di questa figura: “Sigonella è stato un atto di enorme dignità nazionale, il punto più basso di quell’esperienza fu invece la sostituzioni in una notte di 8 ministri della sinistra democristiana per poter procedere poi all’approvazione del cosiddetto decreto Berlusconi”. Ha concluso Salvicchi esprimendo voto negativo alla mozione: “Non me la sento, con il mio voto e pur con un profondo travaglio, di rinnegare una sentenza e un giudizio della magistratura su una persona sottoposta a processo secondo i canoni dello stato di diritto”.
Francesco Francini (Udc) ha annunciato il suo voto favorevole criticando: “L’atteggiamento di Nicotra, che da vincitore della storia lo porta inevitabilmente alla pretesa anche di riscriverla. E l’assurdo della storia è che da anticraxiano degli anni Ottanta mi trovo adesso a votare a favore dell’atto di indirizzo per non voltare le spalle a una vicenda troppo importante per l’Italia”.
Andrea Modeo (Ds) ha proposto un emendamento frutto “di profonda e serena riflessione che non dimentica gli errori politici di Bettino Craxi ma che ne mette in risalto il ruolo”.
Raffello Giorgetti (Fi) ha sì ricordato “la valenza delle sentenze della Magistratura ma ben altri personaggi sono stati imprigionati o condannati a morte dagli ordini giudiziari dell’epoca, da Cesare Battisti a Oscar Wilde, per poi essere in seguito riabilitati o considerati postumi come grandi personaggi. Come cittadino non posso fare così a meno di ricordare i meriti politici di Craxi e la vicenda del salvacondotto negato dai giudici italiani dopo che era stato colpito da una delle sue gravi crisi mediche. L’Italia non può dimenticare la statura di questo uomo politico che è impensabile cancellare dalla nostra memoria e dalla nostra storia”.
Marco Bianchi (Prc): “Per la nostra città un segnale del genere sarebbe negativo, anche perché non si può dimenticare Tangentopoli. Pur cogliendo lo spirito dell’emendamento di Manneschi, ricordo che oggi, in questo Consiglio, parliamo di Craxi e non di La Pira e Terracini. Non limitiamo le discussioni, ma perlomeno facciamole quando ci sono elementi di condivisione forti”.
Pier Luigi Rossi (Fi): “Nessuna città capoluogo di provincia ha una strada dedicata a Craxi. Questo Consiglio Comunale ha quindi l’occasione per regalare a questo uomo che ha caratterizzato la vita democratica italiana un atto di riconoscenza che supera ogni riserva ideologica sul ruolo di Craxi, riformatore e precursore dei cambiamenti in atto in Italia, Paese al quale ha dato un rilievo internazionale prima sconosciuto. Il voto di quest’aula può essere di stimolo a identici pronunciamenti di altre comunità”.
Alberto Merelli (An): “Il nostro casellario giudiziario non può prevaricare la vicenda umana di chicchessia. Non è pensabile che una persona debba essere ricordata solo per la sua vicenda penale. Sarebbe un atteggiamento che inibirebbe ogni possibilità di redenzione ‘laica’, cosa che invece deve essere sempre lasciata aperta”.
Giuseppe Caroti (Ds) è intervenuto nel dibattito annunciando che non parteciperà alla votazione che “rappresenta, se l’atto venisse approvato, un ulteriore titolo di merito a favore di una persona condannata con sentenza passata in giudicato da uno stato democratico”.
Giovanni Pelini (Sdi) ha ritenuto di fare proprio l’emendamento di Modeo e non quello di Manneschi, invitando i consiglieri a “decidere in coscienza, per rendere omaggio a una parola come ‘socialista’ che rappresenta il passato e il presente della sinistra italiana. Se non a Craxi, sia reso l’onore delle armi questa parola”.

L’assemblea dopo avere respinto l’emendamento di Manneschi è passata alla votazione finale: la mozione di Pelini, comprensiva dell’emendamento di Modeo, è stata approvata da 14 consiglieri rispetto ai 10 contrari; 4 gli astenuti.

Arezzo, 2 febbraio 2007