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Dichiarazione del Consigliere di An Francesco Macrì

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Dichiarazione del Consigliere di An Francesco Macrì

AREZZO – “Dopo un anno alla guida del consiglio comunale, il bilancio del presidente Caroti è molto diverso da quello del sindaco Fanfani. Infatti, mentre per il secondo è impossibile dare un giudizio non avendo fatto nulla se non aumentare le tasse, per il primo invece la valutazione è assolutamente fallimentare. Eccoli qui, i disastri di Caroti:
1) il difensore civico è e resta una chimera, e l’attuale è assolutamente scaduto anche dalle deroghe di legge;
2) ha offeso l’opposizione con giudizi massimalisti e non improntati all’imparzialità né al buon senso, come sulla vicenda Craxi;
3) non controlla l’operato delle commissioni consiliari che sono ferme, come dimostrano le recenti problematiche avvenute in Cat;
4) non fa discutere in aula interrogazioni scomode alla giunta trincerandosi dietro definizioni personalistiche del concetto di urgenza;
5) ha condiviso frasi e commenti di un suo funzionario che nei fatti entrano nel dettaglio di indagini e procedimenti giudiziari aperti e non conclusi, affermando aprioristicamente gravi responsabilità nei confronti della maggioranza di un tempo, oggi opposizione;
6) sta improntando la sua permanenza in carica solo a un puro ruolo di immagine personale;
7) il consiglio comunale è fermo da tempo nella discussione di delibere irrilevanti, e ha il ruolo oramai di semplice notaio della volontà dell’esecutivo;
8) non è stato ripresa la discussione sulle necessarie modifiche dello Statuto, che al tempo dell’ultima legislatura sembravano improrogabili per l’attuale maggioranza mentre oggi c’è un immobilismo assoluto;
9) il rapporto con l’opposizione è irrimediabilmente guastato;
10) non si è pronunciato sull’opportunità che un vicepresidente del consiglio sia anche assessore politico in Provincia, alterando nei fatti il ruolo super partes che anche a un si chiede vicepresidente.
Insomma, per tutte queste considerazioni An ritiene l’operato di Caroti inqualificabile e ne chiede non più la revoca, ma le dimissioni. Inoltre, sulla questione del difensore civico, An premette che se entro il mese di luglio non sarà trovata un’adeguata soluzione si rivolgerà alla Prefettura e al difensore civico regionale per chiedere la nomina di un commissario ad acta che surroghi la incapacità del consiglio e del suo presidente a trovare una soluzione condivisa”.