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Economia, tante le donne alla guida delle imprese

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AREZZO – Presentati, nel corso della IX edizione della Convention Nazionale di Confartigianato Donne Impresa, – quest’anno dedicata al tema “Donne ed Economia” – i dati del 4° Osservatorio sull’imprenditoria femminile artigiana in Italia. Emerge, ancora una volta, il grande dinamismo delle imprese al femminile e del loro crescente peso economico nella struttura produttiva del Paese.
“L’Osservatorio – precisa la Presidente Provinciale Monica Valdambrini – è uno strumento promosso a livello nazionale da Confartigianato Imprese; in questa quarta rilevazione, l’attenzione è stata rivolta al ruolo delle donne all’interno del contesto socio economico, in particolar modo sull’incidenza dell’imprenditoria femminile nella produzione di ricchezza, sulle strategie di gestione dell’impresa e sulle problematiche di inserimento delle donne nel mondo del lavoro e nella società”. La somministrazione è avvenuta contattando nel territorio nazionale 600 aziende appartenenti all’universo dell’artigianato e con in organico almeno una carica femminile (titolare, socio, amministratore). L’universo di riferimento è stato suddiviso per area di localizzazione e per settore economico.
Partendo dai dati dell’Istituto Tagliacarte, che indica nell’ 11,9% il contributo dell’Artigianato al valore assoluto della ricchezza nazionale (intorno ai 151 miliardi di euro), è stato stimato che il 18,2% di questo sia prodotto dalle imprese femminili, con un valore che complessivamente ammonta a quasi 27,5 miliardi di euro; in sintesi, le imprese femminili artigiane contribuiscono allo sviluppo complessivo del nostro Paese per quasi il 2,2%.
La presenza di imprese al femminile risulta preponderante nei settori del manifatturiero, in quello relativo ai servizi alle imprese, nelle attività legate al terziario e in quello dei servizi alla persona; soprattutto in quest’ultimo settore, l’apporto delle donne alla ricchezza complessiva è pari a più della metà di quanto prodotto dall’intero comparto (55%).
In termini assoluti, le donne che coprono un ruolo dirigenziale all’interno di strutture private nell’universo aziendale italiano è pari ad un quarto del numero assoluto (quasi 2,6 milioni di soggetti) e, per quanto concerne la realtà artigiana femminile, le donne rappresentano il 15% delle imprenditrici complessivamente censite in Italia. Dei quasi 2 milioni degli imprenditori artigiani, 365 mila sono donne (19%) con una forte presenza territoriale nelle regioni del Nord Italia come la Lombardia (18,7), l’Emilia Romagna (11%) e nel Veneto (10,5%). Anche nelle Regioni più “deboli” come la Campania, la Puglia e la Sardegna, il tasso di imprenditorialità al femminile ha segnato un deciso incremento con progressi maggiori rispetto alla media nazionale.

‘I dati evidenziati dall’Osservatorio sono senza dubbio positivi; evidenziano una tendenza ormai consolidata che non può più essere considerata marginale – afferma la Presidente provinciale del Gruppo Donne Impresa Arezzo- anche se ancora la strada verso le pari condizioni ed opportunità tra i due generi è ancora molto lunga. Permangono, infatti, oggettive sperequazioni che rendono la realtà lavorativa femminile, sia a livello dipendente che imprenditoriale, decisamente più complessa e difficile rispetto ai colleghi uomini. La realtà femminile italiana, non solo a livello imprenditoriale, se confrontata con quella degli altri Paesi Europei, – prosegue Valdambrini – ci rivela una situazione che sebbene fortemente migliorata rispetto agli anni passati rimane lontana dalla media europea; questa situazione deve far rifletter le Istituzioni, ma anche le Associazioni di categoria come Confartigianato Imprese, sull’importanza di una reale politica di sostegno non solo all’imprenditorialità, ma anche di servizi essenziali alla famiglia capaci, se non di risolvere, quanto meno di sostenere ed agevolare la conciliazione delle attività familiari con quelle lavorative che, normalmente, ricadono soprattutto sulle donne.