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Fiera: continua il black out

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AREZZO – La quantità di inchiostro non è poca: tre pagine. La qualità del progetto, invece, lo è. Il Presidente dell’Associazione Fiera ha risposto per interposto assessore alla nostra richiesta di presentarsi in Consiglio e chiarire il futuro di quella che, con la Giostra, è la maggiore manifestazione aretina. Leggendo le tre pagine che mi ha procurato l’assessore Ducci non si capisce quale sia il futuro della Fiera. E, soprattutto, non lo capiscono gli operatori. Paolo Nicchi ha estratto dal cappello il vuoto assoluto, totale mancanza di progettualità. Obiettivi e strategie. Si rintracciano solo episodiche idee mal pensate, mal gestire e miseramente fallite. Per le quali, inoltre, si è utilizzato il metodo della concertazione a posteriori.
La Fiera, sinceramente, avrebbe bisogno di altro e lo potrebbe trovare con il pieno coinvolgimento degli operatori e con la designazione di un manager che non sia il risultato di scambi politici all’interno della maggioranza.
Cosa ancora più grave, lo stato di crisi della Fiera è emblematico dello stato di difficoltà più generale della città. In tutti i settori si registra un’assoluta carenza di visione strategica. Prevalgono le piccole azioni frutto della quotidiana pressione esterna, si afferma l’improvvisazione, si finisce per non dare risposta organica a nessuno dei gravi problemi che abbiamo di fronte. Anche nel caso di strutture importanti, costruite o progettate, non ci sono assolutamente idee sulla loro gestione. L’attuale amministrazione non s’interroga sui progetti di sviluppo: tutto si ferma ai “cantieri”. E questo mentre il dovere di ogni amministrazione è dare alla città i migliori strumenti di gestione, cioè quelli al passo con i tempi e di affidarli a persone competenti.
Fanfani, Nicchi e gli altri esponenti del centro sinistra stanno condannando la Fiera e con essa la città. Forza Italia continuerà a lavorare per scongiurare questo pericolo.