Home Cronaca Gioco d’azzardo: aumentano le donne che giocano alle slot machine

Gioco d’azzardo: aumentano le donne che giocano alle slot machine

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AREZZO – Il prossimo 8 settembre (sabato) riprenderanno gli incontri dei gruppi terapeutici che la Asl di Arezzo organizza per i giocatori e le loro famiglie. I due gruppi, condotti dalla psicologa, si riuniscono con frequenza quindicinale, l’uno, il sabato mattina presso l’Ospedale S. Donato e, l’altro, il giovedì pomeriggio presso la Sala Riunioni del Cedostar-SerT di Arezzo per rispondere alle diverse esigenze dell’utenza. I trattamenti sono gratuiti ed è garantita la riservatezza.

"I gruppi multifamiliari sono uno degli strumenti che abbiamo messo in campo per rispondere al problema del gioco d'azzardo” – afferma il dottor Paolo E. Dimauro, direttore del Sert. Il nostro modello organizzativo si basa sull’integrazione di interventi e figure professionali (psicologo, ass. sociale, educatore, medico) e l’attivazione di una efficace rete territoriale che coinvolge più soggetti istituzionali (Azienda Usl, Comune, Provincia, Caritas, Misericordia in qualità di Fondazione Antiusura, Confcommercio, Confesercenti e Guardia di Finanza). Pensare di contrastare il gioco d’azzardo ricorrendo esclusivamente ad interventi clinici – aggiunge Dimauro – vorrebbe dire avere a che fare soltanto con l’area patologica, quando ormai il gioco ha prodotto danni rilevanti. E' invece importante intercettare i giocatori in quell’area intermedia, tra il gioco sociale e quello patologico, quando ancora non ci sono i gravi problemi tipici della dipendenza ma è già presente un legame problematico che porta il giocatore a spendere sempre più tempo e denaro e a fare le prime esperienze di perdita di controllo del gioco".

Negli ultimi decenni, il gioco d’azzardo è diventato un vero e proprio business, caratterizzato da una proliferazione di offerte sempre più differenziate e mirate a varie tipologie di consumatori. Poche, però, sono le azioni e gli strumenti in grado di tutelare i giocatori dal rischio di sviluppare problematiche correlate. Anzi, molto spesso ci troviamo di fronte a pubblicità ingannevoli che passano il messaggio che il gioco legale sia anche sicuro, ma purtroppo non è così. Conseguentemente, il gioco d'azzardo si configura sempre più come un problema di salute pubblica che interessa non solo il singolo individuo, ma anche la sua famiglia. A livello nazionale, si stima che siano oltre centomila i giocatori "patologici" attivi, dall'1 al 3% della popolazione, con una netta prevalenza dei maschi sulle femmine (rapporto 9:1). Considerando le famiglie dei giocatori, sono oltre quattro milioni le persone interessate ad un problema che poggia su un giro di affari annuo superiore ai 35 miliardi di euro.

"Ed anche la realtà aretina, non si discosta dal quadro nazionale – afferma la dottoressa Valentina Cocci, responsabile del Gruppo operativo che si occupa del gioco d'azzardo e delle nuove dipendenze (GAND) – anche se qui il gioco d’azzardo si pone ancora come una questione dal forte impatto moralistico che porta ad interpretarlo come 'vizio' piuttosto che come 'malattia'. Ad Arezzo, sino ad oggi, sono arrivate ai nostri ambulatori 62 richieste di aiuto. Di questi contatti, 41 si sono trasformati in percorsi di cura per i giocatori e i loro familiari".

Ma qual è il profilo del giocatore medio? " Fino a poco tempo fa, precisa la dottoressa Cocci, l’utente medio dell’Ambulatorio era maschio, coniugato, quarantenne, lavoratore dipendente e giocatore di slotmachine, ma ci accorgiamo che sta cambiando. Nell’ultimo anno si è assistito ad una duplice tendenza che dovrà essere confermata nei prossimi anni: un incremento di donne con il problema delle slotmachine, gioco tradizionalmente più maschile, e l’arrivo al Servizio di giovani uomini nella fascia di età 30-35 anni".

Chi è interessato ad avere informazioni sui corsi organizzati dalla Ausl, può chiamare il numero 0575.255938 o 255943 (dal lunedì al sabato h 8-14), oppure visitare il sito www.cedostar.it/gand/gand.htm