Home Attualità Gli imprenditori scrivono al viceministro Visco

Gli imprenditori scrivono al viceministro Visco

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AREZZO – Non si placa la protesta di commercianti e artigiani aretini contro gli studi di settore: tutti gli imprenditori sono adesso chiamati a firmare una cartolina indirizzata a Visco per contestare il sistema del fisco automatico, che penalizza gravemente la piccola impresa.

L’iniziativa “Caro Visco, ti scrivo”, promossa a livello regionale da Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti e recepita a livello locale dalle associazioni provinciali, è stata presentata oggi (giovedì 7 giugno 2007) nel corso di una conferenza stampa presso la Camera di Commercio di Arezzo, a cui hanno partecipato il presidente di Confcommercio Toscana Franco Scortecci e i presidente provinciali di CNA Mauro Patrussi, di Confartigianato Giovan Battista Donati e di Confesercenti Alberto Papini.

I vertici delle organizzazioni di categoria, che si sono impegnati a diffondere la cartolina fra i loro associati, hanno espresso “forte preoccupazione e contrarietà rispetto allo sviluppo che ha assunto lo strumento studi di settore nel rapporto impresa – fisco”.

“Comprendiamo la necessità di attuare politiche di contrasto all’elusione ed evasione fiscale, ma la scelta unilaterale dell’esecutivo ci sembra una vera involuzione, quasi un salto indietro nel tempo”.

“Il Ministero non può chiederci di condividere gli “indicatori di normalità economica” che ha fissato senza ricorrere ad alcuna forma di concertazione con le nostre associazioni. Quegli indicatori, di cui non si comprendono le logiche di definizione, non fotografano la realtà delle tante piccole e piccolissime imprese che a volte si trovano ad operare in condizioni di palese difficoltà economica. Inoltre non corrispondono di certo ai criteri di equità e correttezza previsti dall’accordo sugli studi di settore, firmato solo pochi mesi fa – nel dicembre 2006 – con i Ministri Bersani e Visco dalle Confederazioni Nazionali dell’Artigianato e del Commercio”.

“Il nuovo meccanismo di valutazione del reddito prodotto dalle piccole imprese chiuderà l’esperienza Studi di Settore, perché lo strumento non è più quello condiviso all’origine”.

“Per questi motivi abbiamo deciso di aderire all’iniziativa proposta dalle nostre confederazioni regionali. Ci impegneremo a tutti i livelli per ottenere una modifica applicativa dell’attuale funzionamento degli indicatori, sia nella scelta che nell’applicazione, e, se possibile, anche nei comportamenti degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, che spesso trattano i “casi matematici” come numeri di un budget da raggiungere”.