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Greenpeace: ricostruita l’Arca di Noè sull’Ararat

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Greenpeace: ricostruita l’Arca di Noè sull’Ararat

TURCHIA – I leader mondiali che si apprestano a partecipare al G8 sono chiamati ad agire adesso e con la massima determinazione per combattere i cambiamenti climatici. E' questa la richiesta avanzata oggi da Greenpeace con la “Dichiarazione dell’Ararat”, il documento letto nelle principali lingue del pianeta di fronte alla riproduzione dell’Arca di Noè, ricostruita a 2500 metri di altitudine sul Monte Ararat, il luogo simbolico dove l’Arca approdò nella storia biblica della catastrofica alluvione.

La cerimonia ha visto la partecipazione, oltre agli esponenti di Greenpeace provenienti da tutto il mondo, di bambini, musicisti e celebrità turche che hanno letto insieme la “Dichiarazione”, chiedendo così ai leader del mondo di agire per proteggere i diritti primari alla vita e alla salute, entrambi messi a rischio dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. «In qualità di leader a livello mondiale, avete la responsabilità di fare il possibile per evitare questo disastro incombente», enuncia la Dichiarazione: «È vostro dovere non fare nulla, in azione o intenzione, che possa mettere a repentaglio il benessere di coloro che rappresentate». Al termine della cerimonia, sono state liberate 208 colombe, una per ogni nazione del mondo, come veicolo simbolico per far giungere il messaggio in ogni angolo del pianeta.

«Esortiamo tutti i leader del G8 a stabilizzare le emissioni mondiali di gas a effetto serra entro i prossimi dieci-quindici anni», afferma Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace Italia: «Entro il 2050 le emissioni globali di gas a effetto serra dovranno essere dimezzate senza ricorrere al nucleare. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono sufficienti». I paesi del G8 sono responsabili di oltre la metà delle attuali emissioni di gas serra e dovranno farsi carico del maggiore sforzo di riduzione: secondo l’ultimo rapporto IPCC (International Panel on Climate Change) i paesi industrializzati dovranno tagliare i gas serra dell’80-90 per cento entro il 2050. L’entità del problema è sottolineata anche dal segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon: «Il cambiamento climatico è la più grande sfida della nostra generazione».

Secondo Greenpeace, siamo arrivati a un momento decisivo per il futuro del nostro pianeta: non è troppo tardi, ma occorre agire ora. «Il vertice del G8 non deve risultare in un nulla di fatto», aggiunge Tedesco: «Se l’amministrazione USA rifiuta di impegnarsi a ridurre i gas serra, avremo bisogno di una coalizione degli altri Paesi del G8: Bush non deve rappresentare una scusa per non agire. Se alcuni leader del mondo non vogliono proteggere i propri cittadini dalle inondazioni, dalla siccità, dalle carestie e dalle emigrazioni di massa che gli scienziati già prevedono, il loro potere non ha significato».

La riproduzione dell’Arca di Noè è costata a Greenpeace quattro settimane di lavoro. Venti carpentieri turchi e tedeschi hanno utilizzato dodici metri cubi di legno per costruire una nave di dimensioni 10x4x4m, a 2500 metri sopra il livello del mare. L’Arca rimarrà sul monte e servirà d’ora in poi come riparo per alpinisti ed escursionisti.