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Il primo manuale che insegna a “parlare” ai pazienti oncologici

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Il primo manuale che insegna a “parlare” ai pazienti oncologici

ITALIA – Alla presenza del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci e del Presidente di Laziosanità – Asp, Lucio D’Ubaldo è stato presentato oggi il “Manuale di valutazione sulla comunicazione in oncologia”, il primo di questo genere nella letteratura italiana, per insegnare a tutti i professionisti sanitari che operano nell’ambito dell’assistenza oncologica come comunicare con il malato e con i suoi familiari, in modo tale che la comunicazione diventi parte integrante di un servizio di qualità. Prima tappa, questa, di un percorso assistenziale serio e qualificato. Il testo è stato redatto dal gruppo C.A.R.E. (Comunicazione, Accoglienza, Rispetto, Empatia), un’equipe composta da medici, volontari, metodologi provenienti da diverse strutture italiane e pubblicato da Laziosanità-Asp e dall’Iss.

“Saper ‘parlare’ ai pazienti e a chi, nella famiglia, è loro più vicino deve far parte del curriculum dei medici e degli operatori sanitari in generale – afferma Enrico Garaci, Presidente dell’Iss – deve cioè affiancare le loro capacità professionali, divenendone parte integrante da cui non poter prescindere per poter svolgere con vera professionalità e coscienza il proprio lavoro”.

“Deterioramento della qualità della vita: spesso è questo che comporta il cancro in fase avanzata e terminale, oltre che una progressiva debilitazione e un aumento delle sofferenze fisiche, soprattutto del dolore – afferma Lucio D’Ubaldo, Presidente di Laziosanità – ASP. Con il manuale che presentiamo oggi vogliamo scongiurare questo pericolo puntando a un’umanizzazione delle cure e fornendo uno strumento per superare numerosi ostacoli che incontrano gli operatori socio-sanitari nella gestione della malattia.”

La malattia oncologica riveste un’importanza mondiale. Ogni anno vengono diagnosticati 7 milioni di nuovi casi di cui la metà nei Paesi in via di sviluppo e circa 5 milioni di persone muoiono per l’evoluzione della malattia. Nel mondo l’8% di tutte le morti dipende da affezioni di natura oncologica. Nei Paesi sviluppati la morte dovuta a tumore è più alta. In Europa, ad esempio è di oltre il 22%. In Italia i tumori continuano a rappresentare la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Si stima, infatti, che siano diagnosticati circa 270mila nuovi casi di tumore all’anno con circa 157mila decessi.

Nonostante questi numeri, In Italia, indagini recenti hanno dimostrato che la tendenza del medico è ancora quella di non chiedere al malato quanto vuole sapere della sua malattia.

Scopo del manuale, dunque, è quello di delineare strategie di comunicazione che siano il più efficaci possibili nella fase di accoglienza del paziente e nel momento di dover esporre, a lui e/o ai suoi familiari, una “cattiva” notizia.
In 20 “riquadri” vengono date “le istruzioni per l’uso” e cioè le regole generali di comunicazione con i malati.

Ecco alcuni esempi:
i professionisti devono evitare di parlare tra loro davanti al paziente come se non ci fosse, devono ricordarsi il suo nome ed evitare in sua presenza l’uso del cellulare, non devono mai usare parole difficili ed è bene invece che siano disponibili a chiarimenti.

Dal punto di vista emotivo:
evitare rassicurazioni generiche, lasciare al malato il tempo sufficiente per “assimilare” le cattive notizie, è richiesto l’utilizzo di espressioni consigliate su come comunicare una diagnosi di cancro, cosa dire e cosa preferibilmente non dire, come comunicare il passaggio dalla fase di malattia guaribile alla fase terminale, come relazionarsi con i familiari nella fase del lutto ecc.
Non manca l’attenzione agli aspetti psicologici della comunicazione attraverso l’intervento di uno specialista psicologo/psichiatra, ed una particolare cura nella gestione di pazienti in età pediatrica.