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Il virus Chikungunya in Romagna

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ITALIA – Il virus Chikungunya, trasmesso dalla cosiddetta zanzara "tigre" (Aedes albopictus) e da altre zanzare del genere Aedes, è endemico in diversi paesi tropicali ed è attualmente presente in forma epidemica nell'area dell'Oceano Indiano. Sono stati segnalati nel nostro Paese almeno 30 casi in persone che hanno fatto ritorno da aree affette. Non si erano però segnalati sinora focolai autoctoni di trasmissione.
L'identificazione del focolaio epidemico di febbre da virus Chikungunya in Romagna evidenzia in modo esemplare quanto sia importante prevedere la possibilità di circolazione di virus esotici anche nel nostro Paese e disporre di tecniche diagnostiche in grado di identificarli con tempestività.

Ma come si è arrivati all'identificazione del virus?
il Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità è stato coinvolto al fine di 1) identificare l'agente infettivo, 2) supportare la AUSL di Ravenna e la Regione Emilia Romagna nell'identificazione dell'origine dell'epidemia, 3) effettuare un'indagine epidemiologica ed entomologica per verificare i casi clinici, valutare le dimensioni dell'epidemia, identificare i vettori presenti, e valutare le tecniche di disinfestazione.

L'indagine, avviata in agosto, e conclusasi rapidamente, ha dapprima permesso di avanzare, dal punto di vista clinico ed epidemiologico, l'ipotesi della circolazione di un'infezione virale esotica trasmessa da vettori, probabilmente da zanzare, caratterizzata da una sintomatologia compatibile con quella causata dal virus Chikungunya. Il giorno successivo, i laboratori del nostro Istituto erano in grado si confermare la diagnosi mediante esecuzione di sierologia e PCR. La possibile sorgente di infezione veniva identificata in una persona non residente nel paese, proveniente da un'area geografica attualmente affetta da epidemia di Chikungunya, ma che purtroppo si trovava a Castiglione al momento della comparsa dei sintomi, il giorno 23 giugno. Dopo poco più di 10 giorni, il 4 luglio, si verificava il primo caso in una persona residente a Castiglione.

Fino ad oggi sono stati segnalati fin ora 197 casi sospetti di cui 166 aderenti ai criteri di definizione di caso. La curva epidemica ha raggiunto l'acme a metà del mese di agosto, appare in discesa. L'insorgenza di altri piccoli focolai in aree contigue a quella inizialmente colpita, o di casi sporadici in persone che hanno visitato l'area affetta, segnala la necessità di tenere alto il livello di allerta. Infatti, solo un'attenta sorveglianza, quale quella sin ora attuata può favorire l'adozione di interventi di disinfestazione, appropriati e tempestivi, come quelli che hanno fino ad ora contribuito a tenere sotto controllo il focolaio iniziale e a contenere eventuali nuovi focolai di trasmissione del virus.

Ma anche se stavolta ci troviamo di fronte ad una patologia a decorso per lo più benigno, e che speriamo di poter controllare, resta il fatto che fenomeni di cui tanto si parla, quali la globalizzazione e i cambiamenti climatici, sembrano per la prima volta aver battuto un colpo.

Di Gianni Rezza, direttore del Reparto Epidemiologia del Dipartimento Malattie Infettive Parassitarie e Immunomediate