Home Cronaca Immigrati in Italia: irregolari al Sud, regolari al Nord

Immigrati in Italia: irregolari al Sud, regolari al Nord

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ROMA – Gli immigrati in Italia sono 3.357.000, circa il 7% della popolazione, di cui 539mila gli irregolari (16%). Provengono soprattutto da Albania (13,7% del totale), Romania (13%), Marocco (12,2%). La maggior parte, più del 50%, lavora nel settore dei servizi, il 14% ha una laurea. Quasi l’11% è proprietario di casa. Sono alcuni dati emersi da una ricerca, condotta dalla Fondazione Ismu -Iniziative e studi sulla multietnicità – su commissione del Ministero del Lavoro, presentata dal prof. Gian Carlo Blangiardo dell’Università di Milano-Bicocca, nel corso del convegno “Cittadinanza, identità ed immigrazione nell’Unione Europea”, che si è svolto nelle giornate di ieri e oggi a Roma presso la sede del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), a cura dell’Apre-Agenzia per la ricerca europea.
“Cittadinanza, identità ed immigrazione”, ha commentato Pierre Vallette, capo unità Ricerca nelle scienze socio-economiche e umane dell’Unione Europea, “sono ai primi punti nell’agenda della Ue, e la loro importanza oggi è ancora maggiore rispetto al passato. Rafforzare le conoscenze è essenziale anche per lo sviluppo politico, che deve tenere conto dei risultati della ricerca”. “Attenzione però a non postulare una superiorità della comunità scientifica rispetto ai policy makers, o ad assegnare ai ricercatori una funzione di problem solving” ha osservato Enrico Pugliese, direttore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr e presidente del Comitato scientifico dell’Apre: “Come il convegno ha mostrato sono invece importanti il confronto reciproco e l’interlocuzione, capaci di produrre stimoli sia per l’azione di intervento sia per quella di ricerca”.
Dagli altri dati esposti durante l’incontro, emerge che nel Sud Italia si registra il più alto tasso di irregolarità: sui 495mila stranieri presenti sul territorio, 133mila sono irregolari, il 27%. Il maggior numero di immigrati che hanno regolarizzato la propria posizione si registra invece nel Centro Nord dove il reddito medio è anche più alto: 1.041 euro mensili per gli uomini e 763 per le donne, mentre nel Mezzogiorno è rispettivamente di 657 e 566 euro e la media nazionale è di 1.002 e 743 euro. Inoltre, al Nord si concentra circa il 65% degli immigrati assunti regolarmente, un quarto dei quali risiede al Centro e solo il 10% nel Mezzogiorno.
Ai datori di lavoro che hanno regolarizzato nel 2002 uno o più stranieri è stato chiesto quali fossero i motivi che li hanno portati a dare lavoro a un immigrato. Ha riposto: “Per far fronte a un fabbisogno immediato dell’azienda” il 46,7%; “era un lavoratore con molta voglia di lavorare” il 40,6; “non erano disponibili altri lavoratori adatti a quel tipo di impiego” il 36,9%; solo il 10,5% “perché costava meno” e perché può “essere licenziato in qualsiasi momento” lo 0,5%. Mentre Raffaella Milano, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, ha sottolineato la presenza “solo a Roma” di “7.000 imprenditori stranieri, oltre che di 157 diverse nazionalità nelle scuole, tra i bambini”.
Quasi il 40% degli stranieri occupati ha un titolo di studio, abbastanza alto ma poco riconosciuto per l’attività lavorativa. Aumentano gli immigrati proprietari di case: il 10,9% degli extracomunitari ne ha acquistata una, anche perché banche e agenzie immobiliari hanno acquisito una certa fiducia e hanno creato, spesso, dei pacchetti-mutuo ‘ad hoc’ per le diverse nazionalità.
Il tasso di irregolarità è fortemente condizionato anche dalla macroarea di provenienza: in testa con il 19% gli est-europei, seguiti da Africa subsahariana (16%), mentre sono sotto la media nazionale America Latina, Nord Africa, Asia-Oceania. Le percentuali si alzano ulteriormente tra i presenti nel Sud Italia, dove si arriva al 29% dei provenienti dall’Europa orientale, seguiti da subsahariani (28%) e latino-americani (27%). Intervenuto al convegno organizzato, presso il Cnr, dall’Apre, il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha sottolineato come il disegno di legge sulla cittadinanza attualmente oggetto “di discussione nella maggioranza” punti proprio al “riemergere dall’irregolarità” e come “la propensione a delinquere degli immigrati regolari” sia “inferiore alla media degli italiani”.