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Impatto economico mostra «Piero della Francesca»

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Impatto economico mostra «Piero della Francesca»

AREZZO – Sono dati straordinari quelli che emergono dallo studio realizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze e promosso dalla Provincia di Arezzo e dall’Apt, sulle ricadute economiche della mostra-evento "Piero della Francesca e le corti italiane" grande protagonista della primavera–estate di quest’anno (dal 31 marzo al 22 luglio 2007), che ha fatto registrare ad Arezzo, Monterchi e Sansepolcro – le Terre, di Piero, appunto – 162.308 visitatori complessivi. Dati straordinari e soprattutto capaci di confermare il valore strategico che può avere un’esposizione temporanea come questa – organizzata da Villaggio Globale International e promossa da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Provincia di Arezzo, Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni di Arezzo, Sansepolcro e Monterchi, dalla Comunità Montana Valtiberina Toscana, dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Arezzo, da Banca Etruria, Toscana Promozione e Agenzia per il Turismo di Arezzo, con il contributo di Enel – nella promozione e nella valorizzazione di un territorio, tanto nell’immaginario del pubblico, e dunque nella sua dimensione di attrattore turistico, quanto in termini di sviluppo economico. Elaborato attraverso interviste dirette ai visitatori della mostra (circa 2000) e una serie di indagini campionarie ad operatori dei diversi settori economici primariamente interessati dall’evento – gli esercizi della rete commerciale e i pubblici esercizi del centro storico di Arezzo, Monterchi, Sansepolcro e Anghiari (complessivamente 257 operatori), le strutture ricettive della provincia di Arezzo (210 operatori di diverse tipologie di strutture), i tour operator ricettivisti e le guide turistiche (11 operatori incoming) – nonché attraverso un’analisi della ricchissima rassegna stampa prodotta, lo studio si sofferma prima di tutto sulla misurazione dell’impatto economico. E qui vi sono già i primi dati eclatanti. "Avevamo avuto la percezione fin dall’inizio delle proporzioni dell’evento – afferma il Presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli – ed ora queste sensazioni sono rafforzate dai numeri. La mostra non è stata solo un grande evento culturale, ma anche economico. Ora dobbiamo consolidare l’immagine di Arezzo, ormai entrata a pieno titolo a far parte dei circuiti turistici, riproponendo e sviluppando questo modello di lavoro". Tra flusso monetario prodotto e valore aggiunto diretto, indiretto e indotto determinato dalla spesa dei visitatori, gli analisti giungono "ragionevolmente" a stabilire che l’investimento iniziale per la realizzazione della mostra (2,3 milioni di euro circa) abbia generato un impatto pari a circa 8 volte il valore iniziale. Nello specifico, in base ai dati dell’indagine campionaria, la stima sulla segmentazione dei visitatori della mostra è di oltre 17 mila residenti in provincia di Arezzo, circa 79 mila turisti che hanno effettuato almeno un pernottamento nell’area e oltre 66 mila escursionisti. E’ stato stimato che 39.500 turisti e oltre 33 mila escursionisti siano giunti appositamente nella provincia aretina per la visita alla mostra, che – dunque – avrebbe contribuito ad incrementare le presenze turistiche/ escursionistiche per un totale di oltre 72.700 unità; mentre dall’indagine presso le strutture ricettive si è valutato un incremento dei pernottamenti di circa 43.500 unità. Le agenzie di viaggio incoming dell’area aretina hanno calcolato approssimativamente, rispetto allo stesso periodo del 2006, un aumento del volume di attività del +9,6%, (sul volume di affari complessivo le richieste di prenotazioni/pacchetti legati direttamente alla mostra ha inciso per il 65%), con prevalente coinvolgimento della domanda italiana, ma con importanti aumenti registrati anche per le presenze di turisti stranieri, soprattutto tedeschi, statunitensi, inglesi e francesi. La presenza di una domanda aggiuntiva è stata percepita anche dagli operatori della rete commerciale. Si stima che durante il periodo della mostra il volume d’affari delle diverse categorie economiche abbia registrato un aumento medio del +3,2%, con punte del +7,4% per gli esercizi della ristorazione, del +5,2% per bar, pasticcerie e gelaterie, del +6,5% per gli articoli da regalo. Dall’indagine sul profilo di spesa medio pro-capite è stato stimato che la spesa indiretta dei visitatori ammonta a circa 25,3 milioni di euro, a cui si aggiungono oltre 1,5 milioni di euro di incasso dei biglietti di ingresso e del bookshop, per una spesa totale di 26,8 milioni di euro. In tale cifra, oltre alle spese sostenute dai visitatori turisti ed escursionisti, sono comprese anche quelle effettuate dai visitatori/residenti. La spesa media giornaliera, per persona, di coloro che hanno visitato la mostra in qualità di turisti si attesta a 97,83 euro, mentre per gli escursionisti la media è di circa 44,01 euro (comprendendo alloggio, nel primo caso, ristorazione, trasporti, acquisti vari, ecc., ad esclusione del biglietto d’ingresso e di ulteriori spese all’interno della mostra). A fronte di questo flusso monetario, lo studio effettuato dal Cst ha quindi inteso determinare – come abbiamo anticipato – il valore aggiunto diretto, indiretto e indotto (i ricavi al netto delle imposte indirette, depurati dal costo dei beni e servizi intermedi necessari alla produzione) generato dalla spesa dei visitatori che è stato pari a 18 milioni di euro (13,5 milioni nella sola provincia di Arezzo e 4,5 milioni all’esterno della stessa per effetto delle importazioni scaturite dall’attivazione intersettoriale). Va infatti considerato che esiste una relazione tra la spesa dei visitatori e la produzione attivata localmente (non solo nei settori di produzione diretta di beni e servizi richiesti ma anche in settori complementari) e che i maggiori redditi per gli operatori dei settori coinvolti si trasformano in maggiori consumi, e si traducono poi, in base al classico meccanismo di moltiplicazione keynesiano, in nuova maggiore produzione e valore aggiunto (indotto). Appunto circa 8 volte l’investimento iniziale. "Abbiamo avuto una ricaduta importante per tutta l’economia – commenta il Presidente della Camera di Commercio Pietro Faralli. Il modo nuovo di vivere il turismo e la promozione del territorio che abbiamo proposto ha indubbiamente funzionato e siamo riusciti a promuovere non solo un grande evento, ma un intero territorio. Dobbiamo ora continuare su questa strada perché abbiamo ancora tante frecce nel nostro arco". Ma i dati su cui riflettere sono ancora molti. L’incremento del volume di produzione attivata dalla mostra, si stima abbia determinato anche un aumento sull’occupazione, quantificabile in circa 541 unità lavorative, di cui 439 nella provincia di Arezzo. L’interesse che i media nazionali ed esteri hanno riservato alla mostra è stato notevole: un totale di oltre 500 "pezzi", di cui 235 su quotidiani, 49 su riviste di arte e cultura, 18 su riviste di viaggi e turismo, 110 su periodici di attualità, 35 sulla stampa estera, 20 sulle reti televisive nazionali, decine e decine su siti internet commerciali (oltre a quelli istituzionali); la ricaduta mediatica dell’evento – la comunicazione della mostra è stata curata da Villaggio Globale International – è stata dunque dilatata e moltiplicata dalla straordinaria amplificazione che ne hanno dato i servizi giornalistici: senza contare gli spazi di pubblicità tabellare, la mostra di Piero della Francesca è apparsa complessivamente su 38.870.000 copie di giornali italiani, pari a 151.000.000 esposizioni per un valore stimato, a prezzi correnti di mercato, di 947.782 euro. Hanno parlato di Piero della Francesca i più grandi quotidiani nazionali, dal Corriere della Sera, a Repubblica, al Sole 24 Ore, e i più diffusi periodici, da Panorama a Gente, Oggi, Donna Moderna. Sulle reti televisive nazionali sono stati dedicati compless
ivamente alla mostra 3.295 secondi di trasmissione (55 minuti) per un totale di 30.577.000 esposizioni, pari ad un valore commerciale di 910.888 euro. A fronte di un investimento in comunicazione di circa 450mila euro, di cui 280mila investiti sui media, il valore commerciale stimato dello spazio giornalistico dedicato alla mostra ammonta in totale, tra stampa e televisione, a 1.858.760 euro, a cui vanno aggiunti i servizi sulla stampa estera e sui siti internet che non è stato possibile valutare da un punto di vista economico. Ma è soprattutto nella ricaduta di immagine generata dalla mostra sul territorio aretino che va valutato il portato di un evento come "Piero della Francesca e le corti italiane", strumento in grado di sviluppare nuove motivazioni alla scelta di una destinazione, specie per il suo stretto e connaturato legame appunto con il territorio. La scommessa, molto ambiziosa ma ragionevole, era quella di legare indissolubilmente l’immagine aretina ai valori della migliore produzione artistica italiana, riscattandola definitivamente da quei connotati di area rurale, periferica e arretrata che l’avevano contrassegnata nel passato. "Ne viene – scrive Philippe Daverio sulla rivista Style allegata al Corriere della Sera – un’incitazione al viaggio in Toscana, per toccare con gli occhi l’incrocio eccellente tra fermezza e tenerezza". Forse la scommessa è stata vinta.