Home Politica Intollerante l’intolleranza sui DICO

Intollerante l’intolleranza sui DICO

0
Intollerante l’intolleranza sui DICO

AREZZO – “Trovo gravi le dichiarazioni di Bagnasco sui DICO, degne della peggiore manifestazione di intolleranza, offensive sia per coloro che vivono il loro rapporto di vita comune senza la benedizione della chiesa, sia per i rappresentanti della vita politica che, accettando i DICO, dimostrerebbero, a dire del neo-presidente della Cei, la loro incapacità nel distinguere il bene dal male.
Va ricordato che sono molti i fattori che determinano la scelta della convivenza: tra essi ce n’è uno rispettoso nei confronti dello stesso istituto della famiglia, se si considera che fa vita in comune chi intende valutare la tolleranza reciproca con il proprio partner prima di affrontare una solida e duratura convivenza coniugale consacrata dal matrimonio.
Pertanto, più che esorcizzare, con confronti assurdi, le coppie di fatto, andrebbero eliminati gli elementi disgregativi della famiglia.
Va tutto il mio apprezzamento alle ACLI, quando in un clima di inquisizione compiono un grande sforzo affermando che i DICO non sono contrapposti alla famiglia tradizionale.
È doveroso inoltre fare una riflessione su quanto offre la cronaca quotidiana, quanto rimane celato tra le mura domestiche: i quotidiani sono pieni di episodi di intolleranza, aggressioni, fratricidi, violenze. Esempio per tutti è quello di Erba dove una famiglia tutta casa e chiesa distrugge la famiglia accanto; e se il pensiero va a quel bambino inerme, la riflessione si estende al peso enorme di quella aberrazione che fa vacillare qualsiasi fede.
Trovo inoltre intollerante l’istigazione all’obiezione di coscienza del politico verso l’approvazione di una legge che va incontro a chi, per benevolenza reciproca, decide di convivere. Non sono accettabili obiettori della politica, visto fra l’altro che la politica non è un obbligo ma una scelta e se la si fa correttamente la si fa per tutti, cattolici e non.
Come del resto, non sono più accettabili obiettori sull’aborto per i nuovi medici assunti, possibilità plausibile quando fu varata la legge per i medici dell’epoca che potevano contestarne i suoi principi.
Reputo infine assordante il silenzio delle forze politiche, specialmente di sinistra, su tematiche culturali e civili che dovrebbero vederle in prima fila nella difesa della laicità e nella condanna di affermazioni così gravi e oscurantiste.