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La fiera orafa deve essere sostenuta

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La fiera orafa deve essere sostenuta

AREZZO – “Come nella miglior tradizione orafa aretina i gioielli si evolvono negli anni e questo grazie soprattutto ad uno studio costante ed ad un continuo lavoro di miglioramento del prodotto. Ed è proprio su questa linea che dobbiamo muoverci per consolidare la fiera orafa aretina e farla crescere promuovendo le imprese del territorio a beneficio del territorio”.
Esordisce così Moreno Carloni presidente degli Orafi di CNA che ritiene fondamentale che OroArezzo rimanga in città e venga potenziata con interventi ad hoc.
“Chi prende posizioni forti per portare via da Arezzo il principale evento fieristico che si organizza al Centro Affari rischia di danneggiare prima di tutto le imprese aretine – prosegue Carloni – molte delle quali si troverebbero costrette ad impegnative ed onerose trasferte pur di continuare ad essere presenti in una fiera che ha solo bisogno di essere promossa e sostenuta. La fiera orafa è parte integrante del calendario di iniziative che vengono organizzate al Centro Affari e i migliori risultati di crescita si potranno ottenere solo mantenendo la fiera tra le iniziative del Centro Promozioni facendo affidamento sempre di più su un appoggio pubblico”.
La fiera orafa aretina viene considerata come risorsa a disposizione del territorio e il principale timore degli artigiani, come già successo in passato per altri eventi come la manifestazione PrimaClasse, è che si corra il rischio di vedersela scippata verso altri centri fieristici.
“Dobbiamo considerare che se la fiera finisse interamente in mano a soggetti privati verrebbero spontanei alcuni interrogativi: come facciamo ad essere sicuri che questa rimanga ad Arezzo? Grazie ad un costante lavoro di miglioramento la fiera è cresciuta negli anni e oggi gli imprenditori aretini e l’intero territorio sono in possesso di una manifestazione che è patrimonio comune. Le premesse di chi vuole andare in giro per la penisola alla ricerca di enti fieristici disposti ad accoglierci a braccia aperte sono alquanto preoccupanti. Viene anche da chiedersi – prosegue Carloni – come sarebbe poi possibile continuare ad organizzare un evento che ha ricadute enormi sulle imprese e sul territorio senza i contributi finanziari, organizzativi e di esperienza che le strutture e le istituzioni mettono attualmente a disposizione. Più che a una scontistica sui costi di partecipazione preferirei che venisse promossa una seria politica degli investimenti volta a favorire la presenza di buyer e grossisti in fiera. Ad Arezzo siamo in possesso di tutti gli strumenti necessari per far crescere e consolidare la fiera orafa a livelli di primaria importanza arricchendo addirittura il calendario aretino con altri eventi specialistici e qualificati in grado di calamitare l’attenzione degli operatori più volte nell’arco dell’anno”.