AREZZO – A un anno dalle elezioni comunali, la politica urbanistica della nuova giunta aretina è di un silenzio assordante.
Nulla ha fatto e il nulla è impossibile da valutare.
Per estrarre i criteri che presiedono l’urbanistica nei partiti della sinistra, non ci resta, allora, che richiamare le prodezze del governo della Sinistra precedente al 1999.
Eccole:
1) le piste ciclabili frapposte in mezzo al traffico del centro città che hanno fatto cadere e mandato all’ospedale tante persone;
2) il parcheggio meccanizzato in piazza del Popolo (“buca delle nane”) che non avrebbe potuto funzionare perché per estrarre un auto da un parcheggio meccanizzato occorrono tre minuti e quindi, ad esempio, per trenta auto un’ora e mezzo;
3) Il parcheggio Baldaccio che non ha funzionato perché l’ingresso funzionante è in posizione ribaltata, e non si entra arrivando da fuori, ma solo se si proviene dal centro, quando si va via dalla città;
4) La rotonda incongruente sulla Setteponti (la sola fatta) con il guard-rail al bordo che se urtato, fa sbandare l’auto e ha provocato incidenti;
5) Il sottopasso di via Trasimeno che, alla resa dei conti, ha distrutto una strada e tolto il passaggio delle auto, che una volta era invece possibile;
6) La rotonda al “Baco d’Oro” fatta, disfatta e rifatta altre due volte che, tuttavia, è sbagliata, perché non consente l’inserimento di chi proviene da est;
7) Il casottino dell’Atam in mezzo ai “giardinetti” della stazione che era una bruttura ed è stato eliminato dalla giunta di Centro Destra;
8) Gli autobus al posto dei giardini lungo via Piero della Francesca, che erano una bruttura e che sono stati spostati nel luogo giusto dalla giunta di Centro Destra;
9) Tanti semafori, come, ad esempio, all’Orciolaia tra il raccordo e l’anulare, invece delle più agevoli e meno pericolose rotonde, come si sarebbe potuto fare anche qui;
10) Gli alberi di via Marconi che, stretti tra le case, sono ridotti a brocchi secchi;
11) Il degrado degli spazi spartitraffico e delle aiuole urbane che hanno veicolato un’immagine scadente e che è stata invece efficacemente rilanciata dalla giunta di Centro Destra;
12) La fontana di via Marconi che nessuno vede, perché è in un punto sbagliata ed ha funzionato solo un giorno;
13) Le cento palle luminose di Villa Severi che sembrano piuttosto le luci di un cimitero;
14) Il muro di via S.Niccolò in Colcitrone assolutamente incongruo e demolito a furor di popolo;
15) Il muro alto di mattoni del cimitero simile al recinto di un “lager”;
16) La gestione di “Nuove Acque” con il triplicamento delle bollette;
17) Trionfo dei sensi unici che il centro destra ha in parte eliminato, ad esempio togliendoli da via Petrarca e da via G. Monaco;
18) Il disinteresse e il degrado delle piazze, delle pavimentazioni, delle aiuole che per anni hanno veicolato un’immagine scadente di Arezzo;
19) La rigida preclusione a nuovi alberghi e ad altre iniziative per il turismo che per anni ha impedito nuove prospettive di sviluppo della città e che è stata sbloccata dalla giunta di centro destra.
Cosa ci aspettiamo invece da una politica urbanistica efficace per Arezzo?
I Circoli del Buongoverno suggeriscono:
1) un assessore all’urbanistica presente e capace;
2) il perfezionamento dei sistemi dei parcheggi in connessione alle scale mobili;
3) una brillante sistemazione degli spazi verdi e pubblici della zona del nuovo Palazzo di Giustizia;
4) la promozione di altre attività, negozi e attrezzature per il turismo nella zona storica alta;
5) la sistemazione delle altre piazze come è stato fatto per Piazza Risorgimento e piazza S.Jacopo;
6) altre rotatorie al posto dei semafori;
7) altre vere piste ciclabili per andare nella nostra bella campagna;
8) altre attrezzature per lo sport dei giovani;
9) il rilancio della Fortezza come centro culturale;
10) altri parcheggi interrati nella città (intorno all’Eden, a S.Agostino, nella zona dell’ex stadio Mancini ecc.) contro l’ostilità dei Verdi;
11) altre doppie corsie nei viali esterni contro l‘ostilità ideologica dei Verdi;
12) soprattutto, l’abbandono dell’idea minimalista, pauperista e dell’idea punitiva applicate all’urbanistica tipica della vecchia sinistra.