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Latino: un appello contro il rischio ‘estinzione’

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Latino: un appello contro il rischio ‘estinzione’

ROMA – Quale sarà il futuro del latino nella società globalizzata, dominata dalla cultura tecnico-scientifica? Per tentare di rispondere a questa domanda, Consiglio nazionale delle ricerche e Pontificio Comitato di Scienze Storiche hanno promosso un convegno internazionale intitolato “Futuro latino: la lingua latina per la costruzione e l’identità dell’Europa”, in corso oggi presso il Cnr e domani nella Città del Vaticano (Domus Sanctae Marthae, ore 10). Tra gli interventi, quelli di Ján Figel’, Commissario Europeo responsabile per l’Educazione, Roberto de Mattei, vice presidente del Cnr, mons. Walter Brandmüller, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Wang Huansheng, dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, è intervenuto sull’attualità della lingua latina in Cina; il prof. Wilfried Stroh con una relazione sulla importanza del latino per lo sviluppo scientifico resa in lingua ciceroniana. Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha inviato un messaggio di saluti.
Durante l’evento verrà presentato un Manifesto in favore della “necessità di attingere alla fonte dalla quale scaturì il grandioso patrimonio spirituale e culturale per il quale l’Europa ancora si distingue, cioè la tradizione antica classica e cristiana”, di fronte al “progressivo declino della conoscenza delle lingue greca e latina” che, “venuta meno l'attuale generazione di ricercatori ed insegnanti, si farà irreversibile” interrompendo “una continuità culturale durata poco meno di tre millenni” e “la base intellettuale e morale indispensabile per abilitare le generazioni future a gestire in modo responsabile i risultati delle scienze moderne”. I promotori chiedono “accoratamente alle autorità educative e politiche europee” di impegnarsi per “garantire la sopravvivenza della nostra identità culturale così come finora la abbiamo concepita”.
“Potremmo ripetere anche oggi la domanda di Renzo a Don Abbondio: ‘Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?’”, osserva Roberto de Mattei, vice presidente del Cnr, “nella società globalizzata, con la sua cultura tecnico-scientifica, dominata dal ‘globish’, c’è posto ancora per il latino? Il Convegno ‘Futuro Latino’ non esprime, sin dal titolo, una preoccupazione meramente conservativa, una nostalgia da laudatores temporis acti, ma la convinzione che la lingua latina abbia oggi più che mai, una sua rilevanza nella cultura contemporanea e in particolare nell’Europa comunitaria”. Servono però, conclude de Mattei, “politiche da sviluppare al fine di favorire lo studio e la diffusione della lingua latina”.
Numerosi segnali confermano l’ importanza di queste tematiche: dalla versione latina di Wikipedia, all’uso delle formule e dei nomi latini nei romanzi e nei film di Harry Potter, fino all’annunciato e ormai imminente motu proprio di Papa Benedetto XVI per la reintroduzione della Messa in latino. Non meno significativo che in Cina, “negli ultimi anni, con lo sviluppo delle ricerche scientifiche, molti si rendono sempre più conto dell’importanza della conoscenza del latino e desiderano studiarlo”, come ha affermato Wang Huansheng, dell’Istituto di ricerche sulle letterature straniere dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali. “Per soddisfare questo tipo di richiesta, alcune Università hanno aperto alcuni corsi di latino”. Il prof. Wang Huansheng è autore di una Storia della lingua latina che lo scorso anno è stata dichiarata uno dei dieci libri più importanti pubblicati in Cina.
Al convegno intervengono anche: don Cosimo Semeraro, don Enrico Dal Covolo, postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, sen. Giuseppe Valditara, on. Gerardo Bianco, Marcello Veneziani, scrittore e saggista, Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, i professori Sandro Schipani, Claudio Leopardi, Giovanni Benedetto, Licia Landi, mons. Valentin Miserachs-Grau, Pia Luisa Bianco, direttore dell’Istituto italiano di cultura di Bruxelles.