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Manganelli (Circoli): Ecco i disastri della Sinistra aretina

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Manganelli (Circoli): Ecco i disastri della Sinistra aretina

AREZZO – A un anno dalle elezioni comunali, la politica urbanistica della nuova giunta aretina è di un silenzio assordante. "Nulla ha fatto e il nulla è impossibile da valutare" sostiene Daniela Manganelli, animatrice dei 31 Circoli del Buongoverno di Arezzo "per estrarre i criteri che presiedono l’urbanistica nei partiti della sinistra, non ci resta, allora, che richiamare le prodezze del governo della Sinistra precedente al 1999:
– le piste ciclabili frapposte in mezzo al traffico del centro città che hanno fatto cadere e mandato all’ospedale tante persone;
– il parcheggio meccanizzato in piazza del Popolo (“buca delle nane”);
– che non avrebbe potuto funzionare perché per estrarre un auto da un parcheggio meccanizzato occorrono tre minuti e quindi, ad esempio, per trenta auto un’ora e mezzo;
– il parcheggio Baldaccio che non ha funzionato perché l’ingresso funzionante è in posizione ribaltata, e non si entra arrivando da fuori, ma solo se si proviene dal centro, quando si va via dalla città;
– la rotonda incongruente sulla Setteponti (la sola fatta) con il guard-rail al bordo che se urtato, fa sbandare l’auto e ha provocato incidenti;
– il sottopasso di via Trasimeno che, alla resa dei conti, ha distrutto una strada e tolto il passaggio delle auto, che una volta era invece possibile;
– la rotonda al “Baco d’Oro” fatta, disfatta e rifatta altre due volte che, tuttavia, è sbagliata, perché non consente l’inserimento di chi proviene da est;
– il casottino dell’Atam in mezzo ai “giardinetti” della stazione che era una bruttura ed è stato eliminato dalla giunta di Centro Destra;
– gli autobus al posto dei giardini lungo via Piero della Francesca che erano una bruttura e che sono stati spostati nel luogo giusto dalla giunta di Centro Destra;
– tanti semafori, come, ad esempio, all’Orciolaia tra il raccordo e l’anulare, invece delle più agevoli e meno pericolose rotonde, come si sarebbe potuto fare anche qui;
– gli alberi di via Marconi che, stretti tra le case, sono ridotti a brocchi secchi;
– il degrado degli spazi spartitraffico e delle aiuole urbane che hanno veicolato un’immagine scadente e che è stata invece efficacemente rilanciata dalla giunta di Centro Destra;
– la fontana di via Marconi che nessuno vede, perché è in un punto sbagliata ed ha funzionato solo un giorno;
– le cento palle luminose di Villa Severi che sembrano piuttosto le luci di un cimitero;
– il muro di via S.Niccolò in Colcitrone assolutamente incongruo e demolito a furor di popolo;
– il muro alto di mattoni del cimitero simile al recinto di un “lager”;
– la gestione di “Nuove Acque” con il triplicamento delle bollette;
– trionfo dei sensi unici che il centro destra ha in parte eliminato, ad esempio togliendoli da via Petrarca e da via G. Monaco;
– il disinteresse e il degrado delle piazze, delle pavimentazioni, delle aiuole che per anni hanno veicolato un’immagine scadente di Arezzo;
– la rigida preclusione a nuovi alberghi e ad altre iniziative per il turismo che per anni ha impedito nuove prospettive di sviluppo della città e che è stata sbloccata dalla giunta di centro destra.

Cosa ci aspettiamo invece da una politica urbanistica efficace per Arezzo?
I Circoli del Buongoverno suggeriscono:
– un assessore all’urbanistica presente e capace;
– il perfezionamento dei sistemi dei parcheggi in connessione alle scale mobili;
– una brillante sistemazione degli spazi verdi e pubblici della zona del nuovo Palazzo di Giustizia;
– la promozione di altre attività, negozi e attrezzature per il turismo nella zona storica alta;
– la sistemazione delle altre piazze come è stato fatto per Piazza Risorgimento e piazza S.Jacopo;
– altre rotatorie al posto dei semafori;
– altre vere piste ciclabili per andare nella nostra bella campagna;
– altre attrezzature per lo sport dei giovani;
– il rilancio della Fortezza come centro culturale;
– altri parcheggi interrati nella città (intorno all’Eden, a S.Agostino, nella zona dell’ex stadio Mancini ecc.) contro l’ostilità dei Verdi;
– altre doppie corsie nei viali esterni contro l‘ostilità ideologica dei Verdi;
– soprattutto, l’abbandono dell’idea minimalista, pauperista e dell’idea punitiva applicate all’urbanistica tipica della vecchia sinistra.

Articlolo scritto da: Luca Salvadori