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Migranti: la mappa della loro presenza ad Arezzo

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Migranti: la mappa della loro presenza ad Arezzo

AREZZO – La Commissione politiche sociali presieduta del consigliere Cristiano Rossi, in collaborazione con l’assessorato alle politiche per l’integrazione del Comune, ha effettuato uno studio del fenomeno dell’immigrazione per conoscere la realtà che riguarda il territorio aretino e conseguentemente intervenire sul tema delle politiche per l’integrazione.
“Sono dati inediti e dettagliati – ha ricordato Cristiano Rossi – che individuano la presenza di cittadini stranieri delle varie nazionalità quartiere per quartiere, scuola per scuola e che rivelano anche la presenza di attività commerciali e call center gestiti da stranieri. La Commissione si è incontrata con le comunità di migranti e le Associazioni che lavorano nel settore: la prossima settimana sottoporremo il nostro lavoro anche ai dirigenti scolastici. Questo studio rappresenta un contributo che vogliamo offrire per individuare proposte utili ad una reale integrazione tra tutti i cittadini di Arezzo”.
Dai dati analizzati i cittadini stranieri residenti nel Comune di Arezzo, risultano essere 6.786 e rappresentano il 7,6% degli abitanti in città.
Le cittadinanze presenti nel territorio aretino sono ben 91 e tra queste le più numerose sono la Romania con 1.805 rappresentanti, l’Albania con 870 e il Bangladesh con 846 unità.
Gli uomini prevalgono nella comunità pakistana, bengalese, marocchina e albanese, mentre le donne sono più numerose tra la popolazione polacca, russa, dominicana, filippina e rumena.
La ricerca ha anche evidenziato che i quartieri a maggiore prevalenza di stranieri sono il centro storico, il quartiere san Donato e di San Marco oltre alla zona a nord di via Marco Perennio fino a viale Santa Margherita, al quartiere dell’Orciolaia e alla zona di via Malpighi.
“Sono dati interessanti – ha rilevato l’assessore alle Politiche per l’Integrazione Aurora Rossi – perché ci consentono una conoscenza capillare dell’immigrazione nella nostra città e, di conseguenza, uno studio mirato sulle strategie di intervento. Ad Arezzo non abbiamo un’emergenza stranieri e non si rilevano particolari conflitti ma è nostro compito puntare su una sempre maggiore integrazione: lo stiamo già facendo attraverso corsi di formazioni che hanno avuto grande partecipazione sui temi della conoscenza della lingua italiana, del territorio e dei diritti e doveri dei cittadini. Continueranno con progetti formativi rivolti ai consiglieri di Circoscrizione, ai Vigili di Quartiere e a quanti si sono dimostrati interessati a questo lavoro. Il mio proposito è quella di trovare uno spazio permanente per la formazione rivolta alle comunità straniere”.
Sul settore scolastico, sono stati registrati 1.248 alunni stranieri pari all’8,6% degli iscritti; 58 bambini nei nidi comunali pari al 15,1%, 79 bambini nelle scuole dell’infanzia comunale cioè il 12,1% e 69
nelle scuole dell’infanzia statali equivalenti al 6,6%.
Per quanto riguarda le scuole statali primarie i bambini stranieri sono 393 il 10,4% e il maggior numero di iscritti è relativo alla scuola Chimera e alla scuola Sante Tani.
Infine nelle scuole Medie statali l’8,9% sono i bambini stranieri con 215 iscritti e nelle scuole superiori gli studenti di un altro paese sono 511 ovvero il 7,4%.
La commissione ha anche voluto monitorare le attività commerciali, di ristorazione e i bar gestiti da stranieri. La mappa delineata secondo i dati forniti dall’ufficio per il commercio di Arezzo ha accertato 27 bar, 31 alimentari e 53 esercizi commerciali.

Tali attività sono svolte in locali situati prevalentemente nelle zone centrali della città in particolar modo nei pressi di Piazza Guido Monaco e nelle assi viarie limitrofe a via Petrarca, via Guido Monaco, via Madonna del Prato, lungo via Vittorio Veneto e negli isolati sud-est del quartiere di Saione.
La ricerca ha infine sottolineato che gli alimentari sono gestiti principalmente da bengalesi e pakistani, i bar prevalentemente da rumeni e russi mentre gli esercizi commerciali non alimentari vedono un maggior numero di bengalesi e cinesi.