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Oceana denuncia la morte di migliaia di coralli nel mediterraneo

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Oceana denuncia la morte di migliaia di coralli nel mediterraneo

ITALIA – La situazione dei coralli nel Mediterraneo è allarmante. Il cambiamento climatico, l’inquinamento e la pesca distruttiva stanno provocando un rapido deterioramento dei coralli di questo mare. Per questo motivo, con il rapporto “I coralli del Mediterraneo” Oceana e la Fondazione Zegna chiedono una protezione urgente per i coralli, proponendo l’approvazione di un Piano d’Azione specifico che è stato presentato oggi a Palma di Mallorca.
Nel Mediterraneo vivono oltre 200 specie di coralli, gorgonie e anemoni. Sebbene la maggioranza dei coralli che formano le barriere coralline sia scomparsa dal Mediterraneo poco più di 5 milioni di anni fa, alcune specie sono sopravvissute fino ai giorni nostri, come ad esempio la madrepora pagnotta (Cladocora caespitosa). Gli scienziati sottolineano la grande importanza di questa specie, perché la considerevole longevità delle sue barriere fa sì che, attraverso le registrazioni fossili del corallo e grazie agli esemplari ancora esistenti, si possa conoscere la storia climatica di questo mare.

“Il nostro obiettivo è l’adozione di misure, tanto regionali quanto internazionali, per frenare il declino di molte specie di coralli“ – ha affermato Ricardo Aguilar, Direttore dei progetti di Oceana Europa e coautore de “I coralli del Mediterraneo” – dato che “solo il 6% circa dei coralli è presente nelle convenzioni internazionali e solo l’1% risulta protetto”.
Il rapporto analizza le principali cause delle massive morie verificatesi negli ultimi anni nelle acque mediterranee di Italia, Francia e Spagna. Tra di esse figurano l’anomalo aumento delle temperature, l’estensione delle zone calde e il prolungamento dei periodi con temperature più elevate. Delle 18 malattie riscontrate nei coralli di tutto il mondo (come lo sbiancamento, la Black Band, l’aspergillosi, ecc.), due sono presenti nel Mediterraneo: lo sbiancamento causato dal batterio Vibrio shiloi e la Fungal-Protozoan Syndrome.

“La prima misura da adottare per la preservazione dei coralli è il divieto dell’impiego di reti a strascico, draghe e altri attrezzi simili su ecosistemi vulnerabili come quelli formati dai coralli”, afferma Xavier Pastor, Direttore esecutivo di Oceana Europa.
I coralli più colpiti da queste morie sono le gorgonie rosse (Paramuricea clavata), le gorgonie bianche (Eunicella singularis), le gorgonie gialle (Eunicella cavolini), le gorgonie verrucose (Eunicella verrucosa), i coralli rossi (Corallium rubrum), le gorgonie Leptogorgia sarmentosa, le madrepore pagnotte (Cladocora caespitosa), le madrepore solitarie (Balanophyllia europaea) e le margherite di mare incrostanti (Parazoanthus axinellae).
La morte di milioni di coralli nel Mediterraneo a causa delle alte temperature che negli ultimi anni hanno interessato questo mare, è uno dei segnali d’allarme lanciati in un rapporto presentato oggi durante la conferenza stampa.
Gli studi sull’impatto climatico prevedono inoltre che nei prossimi anni si alteri il pH del mare e che nel corso di questo secolo si riduca fra il 40 e l’80% la capacità dei coralli di costruire i propri scheletri calcarei.