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Odontotecnici: novità sugli studi di settore

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AREZZO – Meccanismi anti-taroccamento degli studi di settore per alcuni, indicatori di normalità economica per altri. E’ così che sono stati definiti i sofisticati strumenti che evidenziano quanto la funzione di ricavo non mette in luce. E proprio all’introduzione degli indicatori di normalità economica Confartigianato si è subito ribellata.
‘Sono stati elaborati unilateralmente dall’amministrazione finanziaria e non sottoposti al vaglio delle associazioni di categoria – spiega Confartigianato Imprese Arezzo – inoltre non hanno lo stesso livello di approfondimento e dettaglio degli studi di settore. Infine, gli indicatori di normalità economica sono retroattivi all’anno d’imposta 2006 e quindi non rispettano lo statuto del contribuente’.
Per questi motivi l’impegno della Confederazione ha consentito di ottenere il ripensamento da parte del Governo facendo comprendere le ragioni degli artigiani, ragioni che sono state recepite pur mantenendo l’esigenza di contrastare l’evasione fiscale.
‘Con la nostra attività abbiamo depotenziato alcuni indicatori di normalità economica e fatto tornare gli studi di settore uno strumento selettivo di equità fiscale – specifica Confartigianato – Quattro su sette sono gli indicatori che sono stati congelati, saranno mantenuti invece quelli relativi all’incidenza dei costi di disponibilità dei beni strumentali mobili, la durata delle scorte in giorni, l’incidenza di costi residui di gestione sui ricavi’.
In altre parole non sarà possibile, per esempio, spostare i costi che dovrebbero essere considerati come costo del venduto, all’interno della voce oneri diversi (cancelleria, pubblicità etc..). Tra gli indicatori di normalità economica congelati uno in particolare secondo Confartigianato avrebbe avuto un impatto pesante sugli studi e circa i ricavi da presentare annualmente per rimanere congrui: tale indicatore era il valore aggiunto per addetto ed è stato eliminato.
‘Adesso la situazione risulta accettabile ma la mancanza di un’adeguata analisi economica dei dati non permette un quadro veramente certo – continua Confartigianato – Serve perciò l’impegno comune per fornire dati necessari a valutare l’impatto del nuovo studio di settore con gli indicatori introdotti. Saranno le sedi territoriali di Confartigianato a provvedere alla raccolta dei dati in forma anonima’.