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Oro: per Patrussi si deve fare di più sull’esempio di altre realtà

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Oro: per Patrussi si deve fare di più sull’esempio di altre realtà

AREZZO – “Oro: si può e si deve fare di più. Siamo stati i primi ad introdurre misure eccezionali, ora bisogna continuare sull’esempio di quanto hanno già fatto in altri distretti”. E’ questo l’invito che Mauro Patrussi, Presidente CNA Arezzo, rivolge al mondo economico ed alle istituzioni aretine per rafforzare gli interventi a sostegno del settore trainante l’economia provinciale.
“Non dobbiamo temere di chiedere lo stato di crisi per il settore orafo-argentiero aretino, quando la crisi di fatto è già in atto ed i segnali giungono da più parti – osserva Patrussi – La crisi è testimoniata dallo stato di massima cautela in cui operano le banche nei confronti delle aziende del comparto; la si legge nei discorsi della gente e di chi un tempo traeva linfa vitale per la propria attività dallo sviluppo dell’oreficeria aretina, mentre oggi è costretto a registrare gli effetti negativi di un’inversione di tendenza. Mi riferisco all’edile, al ristoratore, al restauratore che scontano gli effetti della mancanza di quel polo di attrazione rappresentato fino a non molto tempo fa dal settore di punta dell’economia aretina”.
Siamo di fronte alle stesse difficoltà che si ripetono da anni: calo delle esportazioni, difficile congiuntura interna dei consumi, pressioni competitive sui mercati internazionali, svalutazione del dollaro, caduta delle vendite del prodotto italiano sul mercato americano, aumento del costo della materia prima.
Il 2006 è stato l’anno che ha fatto registrare le performance peggiori per il settore: il numero delle ditte attive è sceso a 1500 in provincia di Arezzo e già nel primo trimestre del 2007 le aziende sono diminuite a 1477. Il quadro risulta ancora più preoccupante se il Distretto Orafo aretino viene messo a confronto con gli altri distretti produttivi della Toscana: è risultato il peggiore in assoluto con un calo dell’11% a fronte di realtà che stanno continuando il proprio sviluppo, come ad esempio la pelletteria in Valdarno (+3,8%) o l’abbigliamento ad Empoli (+5,6%)
E il problema non è solo provinciale ma investe il comparto orafo italiano nella sua complessità e i numeri aiutano a dare le dimensioni del problema. L’andamento è deludente: diminuzione dell’oro lavorato da 474 tonnellate del 2001 a 275 nel 2005; nello stesso periodo consumi domestici diminuiti di 20 tonnellate, esportazioni in calo del 35%, aumento clamoroso dell’importazione di gioielli in Italia specie dai paesi asiatici.
Il Presidente CNA non manca di sottolineare le priorità sostenute a livello comunitario, quali l’abbassamento dei dazi specie verso gli Usa e l’applicazione del dazio solo sulla manifattura; il controllo doganale dei prodotti in entrata; il marchio di origine (made in Italy), la modifica della normativa sull’antiriciclaggio, l’eliminazione della licenza di pubblica sicurezza per una vendita più allargata dei prodotti orafi sul mercato interno.
Sul piano locale Patrussi riconosce come enti ed istituzioni aretine si siano adoperate per interventi a sostegno del comparto, ma ad oggi mancano interventi per la filiera capaci di tradursi in vantaggi immediati e strumenti operativi subito spendibili per risollevare le sorti delle aziende aretine.
E il Presidente CNA invita categorie economiche ed istituzioni a riflettere sugli interventi realizzati altrove che possono essere applicati anche alla nostra provincia.
Oltre alla Cassa Integrazione Straordinaria – un risultato di grande importanza conseguito dal sistema aretino – occorre puntare su interventi di filiera e in particolare:
– un fondo con istituzioni e banche mirato all’acquisizione di partecipazioni nelle imprese a fronte di una valutazione dell’azienda sotto il profilo industriale, competitivo, occupazionale, finanziario e patrimoniale
– individuare gli incentivi già esistenti a livello normativo per facilitare le aggregazioni industriali nell’ambito delle imprese
– individuare gli strumenti di supporto alle imprese interessate alla diversificazione dell’attività produttiva, allo sviluppo dei prodotti, alla concentrazione, capitalizzazione e riorganizzazione aziendale
– interventi per la ricerca e l’innovazione
– tra gli interventi attuabili nel breve periodo, la sperimentazione di programmi e progetti volti all’introduzione delle tecnologie e dei sistemi informativi nella filiera e ad azioni per l’alta formazione manageriale e commerciale.
Ecco quindi una serie di azioni possibili, già tentate con successo in altri territori in cui l’oro rappresenta un volano e un moltiplicatore di sviluppo di un tessuto economico e sociale.