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ORO: Vicenza conferma la crisi

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AREZZO – L'edizione di maggio della fiera orafa di Vicenza assolve al ruolo di termometro della situazione del comparto. E la febbre, segno dei disagi del settore, non accenna a placarsi.
“Tra tutti i distretti produttivi toscani – ricorda Moreno Carloni, Presidente degli orafi Cna – quello aretino ha registrato gli indici peggiori in assoluto nel 2006 con un calo dell'11%. Il dato è ancora più allarmante se si pensa che distretti come quello della pelletteria in Valdarno o dell'abbigliamento nell'empolese sono cresciuti di oltre il 5%”.
La situazione è grave. “La verità – commenta Nicola Tosi, responsabile degli orafi Cna di Arezzo – è che delle oltre 1800 imprese attive fino a pochi anni fa, soltanto 1500 sono ancora aperte e molte di queste faticano a restare a galla sul mercato. I dati ufficiali della fiera di Vicenza parlano di un incremento di affluenza da parte degli operatori stranieri che però, a detta degli espositori, sembrano apprezzare sempre meno il made in Italy a favore di un prodotto importato a basso costo”.
Penalizzante è stato lo spostamento da giugno a maggio. “Troppo a ridosso della fiera di Arezzo e di altri appuntamenti internazionali – commenta Moreno Carloni. I clienti giunti in fiera, in alcuni casi non avevano ricevuto le consegne completate di quanto ordinato a gennaio. E' difficile pensare che ogni mese i buyer vengano in fiera per ordinare quello che ancora devono ricevere”.
La valutazione di Cna è che le imprese strutturate con brand affermati che richiamano direttamente a qualità e prodotti di immagine, continuano a mantenere integre le proprie quote di mercato mentre coloro che, per ovvi motivi di struttura, continuano a perseguire una politica di prodotto non legata all'immagine vedono erodere margini e quote di vendita a vantaggio di competitors turchi e cinesi. “Per questa ultima tipologia di imprese – conclude Tosi – le trattative in fiera si sono basate sempre di più sul prezzo con lotte al centesimo di euro per ogni grammo di manifattura. L'oro giallo conferma la tendenza al recupero già avviata in occasione della fiera di gennaio, in modo particolare per quello che riguarda i gioielli moda e fattura leggera e superleggera come avviene ad esempio con gli articoli realizzati col processo di elettroformatura. In calo le vendite di bigiotteria in argento mentre i gioielli in acciaio e oro, grazie anche all'abbinamento con nuovi materiali come bronzo e titanio, continuano a vendere”.