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Play: il successo di una città

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Play: il successo di una città

AREZZO – Lou Reed: ad Arezzo il più grande successo di pubblico negli ultimi dieci tours. Pippo Delbono: disponibile a fare uno spettacolo ad Arezzo con la sua regia. Spettatori: da 4.000 a 6.000 per gli spettacoli principali.
Play Festival, anno zero, un successo. Ne sono convinti gli assessori De Robertis e Brezzi e con loro Tafuro, organizzatore insieme a Zaccardi della nuova manifestazione aretina.
“Penso che la città sia rimasta soddisfatta del festival – commenta Lucia De Robertis, assessore alle politiche giovanili. E’ stato il frutto del lavoro non solo degli organizzatori e dell’amministrazione comunale ma anche delle associazioni e dell’intera città”. Una conferma viene dal lungo elenco dei gruppi che hanno attivatamene collaborato all’ideazione ed alla gestione di Play: Anagrumba, Rete Teatrale Aretina, Nausika, Associazione Dischi Volanti. Circolo Culturale da Palestrina, Le Officine della Cultura, Cineforum 2.
Festival gradito alla città ma anche agli artisti. “Il manager di Lou Reed – ha sottolineato Tafuro – ci ha confermato che quello di Arezzo è stato il successo di pubblico più forte nel corso degli ultimi 10 tours. E Pippo Delbono si è detto disponibile a lavorare fin d’ora per realizzare insieme uno spettacolo tra musica e teatro con la sua regia. Play è stato un festival di successo ma anche Arezzo si è rivelata una città di successo”.
Miglioramenti sono ovviamente necessari e possibili. “Abbiamo letto le dichiarazioni relative agli esercizi commerciali – ha commentato l’assessore alla cultura, Camillo Brezzi. Vorrei prima di tutto ricordare che De Robertis e Ducci hanno incontrato, ben prima dell’avvio della manifestazione, le categorie del commercio. Alcuni operatori hanno poi tenuto aperto con loro soddisfazione. Ritengo che, in modo particolare al termine degli appuntamenti principali, non sarebbe stato male garantire l’apertura di almeno alcuni esercizi pubblici nella parte storica della città. Ci dispiace che non sia avvenuto. Un peccato non tanto per Play quanto per la città”.