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Quale futuro per la Fiera di Arezzo

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Quale futuro per la Fiera di Arezzo

AREZZO – Il dibattito relativo al futuro della Fiera di Arezzo rappresenta uno snodo fondamentale per le sorti dell’intero distretto orafo.
Ne è convinto il presidente della Federazione Orafi e Argentieri di Confartigianato, Andrea Boldi. “Da circa un mese – dichiara Boldi – è in atto la concertazione con le altre Associazioni di categoria per la definizione di una posizione comune da presentare alle istituzioni aretine sul tema del rilancio della fiera di Arezzo”.
Tutto è nato dall’aggressiva strategia messa in campo dal nuovo management della Fiera di Vicenza. “La fiera di Vicenza si è candidata a giocare un ruolo di enorme importanza: quello di protagonista del settore orafo-argentiero a livello nazionale”.
“ É evidente – continua Boldi – che tale strategia, qualora non incontrasse alcuna resistenza da parte del sistema istituzionale ed imprenditoriale di Arezzo, condurrebbe alla marginalizzazione del nostro distretto produttivo”.
E se il buongiorno si vede dal mattino non c’è da stare allegri. “Uno dei primi atti della nuova Fiera di Vicenza –dichiara il Presidente Boldi -è stato l’aumento dei costi e soprattutto la richiesta di un “acconto” pari al 100% dell’importo dovuto dalle aziende per la superficie espositiva.”
“Dinanzi a tale scenario – prosegue Boldi – non possiamo certo permetterci il lusso di divisioni o particolarismi. Quello che serve è dunque condividere con i principali attori pubblici e privati del nostro territorio una solida strategia per il bene comune”.
Il consenso delle diverse categorie della produzione si sta perciò coagulando intorno a contenuti progettuali condivisi.
Secondo il Presidente degli orafi di Confartigianato occorre in primo luogo “adoperarsi per accrescere il numero e la qualità dei buyer presenti ad OroArezzo, migliorare i servizi a disposizione delle aziende espositrici, abbassare le tariffe espositive”.
Il rilancio della Fiera di Arezzo potrebbe poi consentire la sperimentazione di nuovi eventi volti a sottolineare il legame forte tra l’oreficeria made in Italy ed il territorio di Arezzo.
“Un esempio in tal senso – continua Boldi – potrebbe essere quello di un nuovo evento Cash and Carry indirizzato ai dettaglianti ed ai consumatori finali e sostenuto da importanti campagne pubblicitarie sui media generalisti”.
Per raggiungere tali importanti obiettivi, è tuttavia indispensabile non solo ripensare il piano industriale e potenziare il management della Fiera di Arezzo, ma soprattutto creare nuovamente quella coesione ed unità di intenti tra aziende orafe, istituzioni e sistema creditizio che è stata la forza motrice del nostro distretto da decenni.
“Solo con politiche integrate di rilancio – secondo Boldi- possiamo dare agli imprenditori la voglia di continuare ad investire su Arezzo”.
“Per questo motivo – conclude Boldi – in stretta collaborazione con le altre Associazioni e con le istituzioni locali stiamo elaborando strumenti innovativi capaci di offrire risposte concrete alle nostre aziende per risolvere i problemi quotidiani. Nella consapevolezza che dal futuro del settore orafo dipende il futuro e lo sviluppo del nostro territorio”.