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Quali dovrebbero essere le priorità dell’UE

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Quali dovrebbero essere le priorità dell’UE

MILANO – Oltre la metà dei manager in Italia chiede a Bruxelles di dare priorità all’adeguamento alle norme europee e all’armonizzazione delle imposte piuttosto che ad un ulteriore allargamento della UE. Cresce l’esigenza di una politica di sicurezza comune, e si ritorna a parlare di Costituzione Europea.

Questi sono solo alcuni dei risultati che emergono dalla XVIª edizione dell’UPS Europe Business Monitor, in cui 1.450 top manager di sette Paesi europei sono stati chiamati ad esprimere le proprie opinioni su diversi temi che influenzano il business in Europa.

I manager in Italia sono allineati con i loro colleghi europei nell’indicare quelle che dovrebbero essere le priorità di Bruxelles. A quasi due anni dall’adesione all’UE dei dieci nuovi Stati membri e alla vigilia dell’ingresso di Romania e Bulgaria, il 56% dei manager in Italia e il 52% di quelli europei hanno indicato come priorità numero uno per l’Unione la necessità di promuovere maggiormente l’adeguamento alle norme europee esistenti. Per contro, gli intervistati sono rimasti piuttosto freddi riguardo alla possibilità di inserire in agenda l’allargamento a nuovi paesi con solo l’11% dei dirigenti in Italia e l’8% di quelli in Europa che credono che questa dovrebbe essere una priorità.

Circa la metà (51% dei top manager in Italia e 47% di quelli negli altri paesi) ritiene prioritaria l’armonizzazione delle imposte, mentre cresce l’esigenza di una politica di sicurezza comune, che rispetto a tre anni fa sale dalla quarta alla terza posizione. L’Italia è con la Spagna il paese dove questo tema – menzionato rispettivamente dal 44% e dal 50% degli intervistati – è maggiormente sentito. Va di pari passo con la disaffezione da un ulteriore allargamento, la necessità di continuare a sviluppare il mercato interno nei nuovi stati membri, che scende dalla seconda posizione di tre anni fa all’attuale quarto posto. L’Italia è il paese meno interessato a questo tema con solo il 30% di menzioni, sette punti sotto la media europea.

Sempre in Italia, invece, sale del 10% rispetto al 2003 l’interesse dei manager per la Riforma della PAC (Politica Agricola Comune) in controtendenza rispetto al dato europeo che registra un calo di interesse anche tra i britannici, che rimangono tuttavia i suoi più grandi sostenitori con il 53% delle menzioni.

I dati della ricerca UPS sembrano confermare la vocazione europeista dei business leader in Italia. Il 36% dei manager in Italia, infatti, si è espresso favorevolmente riguardo l’opportunità di resuscitare il progetto della Costituzione Europea. Sono di poco più favorevoli solo i manager in Belgio (37%) e sorprendentemente in Francia (43%) se si considera il voto negativo del referendum di un anno e mezzo fa. I meno favorevoli sono, invece, i manager in Olanda (16%) e nel Regno Unito (7%).

Informazioni sulla ricerca

1. La sedicesima edizione dell’UPS Europe Business Monitor ha riguardato 1.450 dirigenti di un campione rappresentativo delle principali aziende in Europa; le interviste sono state compiute tra il 14 settembre e il 3 novembre 2006. Questa ricerca viene effettuata annualmente.

2. Le interviste sono state condotte nei seguenti paesi: Belgio (100), Francia (250), Germania (250), Italia (250), Paesi Bassi (100), Regno Unito (250) e Spagna (250). Le persone contattate sono tutti dirigenti di primo livello. Il giro di affari medio annuale delle società coinvolte è di 1,2 miliardi di euro; la media degli impiegati è di più di 3.000 unità.
Le interviste sono state condotte dalla società di ricerche di mercato indipendente TNS (Taylor Nelson Sofres) da operatori del centro telefonico internazionale della TNS di Londra, nella lingua madre degli intervistati.

3. I risultati della prima edizione dell’UPS Europe Business Monitor sono stati pubblicati nella primavera del 1992, quelli della seconda nell’autunno del 1992 e successivamente ogni autunno, con cadenza annuale. Tutti i risultati sono disponibili su un sito Internet dedicato, all’indirizzo www.ebm.ups.com. I risultati della sedicesima edizione saranno disponibili online a partire dalla fine di gennaio 2007.

4. La prima edizione dello UPS Europe Business Monitor è stata presentata nel 1992 con lo scopo di fornire un costante aggiornamento sulle opinioni di manager in Europa. Configurandosi come la maggiore società di trasporti al mondo e leader mondiale nei servizi per la gestione della supply chain, UPS offre una gamma completa di soluzioni per sincronizzare il flusso di beni, informazioni e capitali. I risultati di questa ricerca offrono a UPS, ai suoi clienti e a tutti coloro che fossero interessati ad un’informazione di tipo economico una panoramica sulle ultime condizioni, trend e ostacoli che influenzeranno il business in Europa interagendo sul mercato globale.

5. Con sede principale ad Atlanta (USA), UPS consegna più di 14,8 milioni di pacchi e documenti al giorno ed opera in oltre 200 paesi e territori. UPS ha 427.700 dipendenti in tutto il mondo e nel 2005 ha generato un fatturato di 36,6 miliardi di dollari. La società è quotata al New York Stock Exchange (NYSE:UPS). Ulteriori informazioni sull’azienda sono disponibili sul sito web www.ups.com.