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WWF: il nucleare è una chimera

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ROMA – Pericoloso, inquinante, costoso ed esauribile. In parole povere, risolvere la questione energetica utilizzando il nucleare per il WWF è una chimera.
Il contributo attuale al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare si attesta sul modesto valore del 6,5% dell’energia primaria. Contributo destinato a ridursi al 4,5% nel 2030. Questa fonte di energia deve ancora risolvere il più grave dei suoi problemi, vale a dire quello connesso con la gestione delle scorie radioattive che inevitabilmente si creano nel ciclo produttivo. Infatti nonostante i 50 anni di massicci investimenti, i più costosi rispetto a qualsiasi altra tecnologia, il problema rimane irrisolto. Anche perché non esiste la possibilità scientifica di dimostrare il mantenimento delle condizioni di sicurezza necessarie per alcune centinaia di migliaia di anni richieste dai rifiuti radioattivi di III categoria. Nessuna opera dell’uomo può ragionevolmente pensare di sfidare tempi così lunghi! Non esiste in nessuna parte del mondo un’esperienza concreta in grado di assicurare sicurezza e affidabilità, sul lungo periodo, di uno stoccaggio delle scorie a più alta radioattività. Senza considerare quali sarebbero i costi per mantenere in sicurezza un simile sito per tempi tanto lunghi difendendolo anche da possibili attacchi terroristici, un rischio quest’ultimo che è andato aumentando a cui possono essere sottoposti non solo gli impianti ma anche le stesse operazioni di trasposto del combustibile esausto.
Una serie di minacce destinate ad accentuarsi con l’eventuale aumento di produzione di energia nucleare. Secondo la IEA le riserve di uranio utilizzabili sono sufficienti ad alimentare gli attuali 440 reattori per una quarantina d’anni, ne consegue che se si pensasse di sostituire l’energia fossile con quella nucleare occorrerebbe realizzare alcune migliaia di nuove centrali e quel punto l’uranio si esaurirebbero nel giro di pochissimi anni.
Quella nucleare è poi da sempre stata la più costosa delle fonti energetiche e questo non sono le associazioni ambientaliste a sostenerlo ma enti ed università peraltro notoriamente non avverse a questa risorsa.
Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti aveva stimato che se si decidesse oggi di costruire una nuova centrale nucleare, questa sarebbe terminata dopo il 2010 e, alla fine, 1 kWh di energia elettrica verrebbe a costare 6,13 centesimi di dollaro, quando lo stesso kWh prodotto da gas costerebbe 4,96 centesimi e quello da carbone 5,34; addirittura costerebbe meno l’energia da fonte eolica (5,05 centesimi a kWh). Si tratta peraltro di stime ottimistiche e benevole nei confronti del nucleare, ma il risultato resta comunque quello di una bocciatura dal punto di vista economico.

Articlolo scritto da: WWF Italia