Home Attualità Rischio idraulico: i punti di crisi nel Comune di Arezzo

Rischio idraulico: i punti di crisi nel Comune di Arezzo

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AREZZO – Chi ha buona memoria ed età adeguata ricorda gli allagamenti in città dei primi anni Trenta del secolo scorso. Gli altri possono fermarsi al 2004: le esondazioni provocarono oltre mezzo milione di euro di danni, dei quali 250.000 solo agli immobili.
Dinanzi al cosiddetto rischio idraulico, Provincia e Comune di Arezzo hanno firmato un protocollo d’intesa che definisce azioni e progetti per i prossimi anni. “La firma di oggi – ha affermato l’assessore provinciale Angelo Maria Cardone – è il frutto del lavoro di anni che abbiamo potuto concludere con la nuova amministrazione comunale di Arezzo. Stiamo definendo insieme sia i progetti che il reperimento delle risorse”. E si tratta di investimenti consistenti: “solo per i primi tre interventi sui torrenti Frassina, Sellina e Gavardello – ha ricordato Cardone – prevediamo un investimento di mezzo milione di euro con lavori programmati tra il 2007 ed il 2008”.
Per il Comune di Arezzo una priorità è rappresentata dal Castro: “gli studi – ha ricordato l’assessore Franco Dringoli – affermano che il torrente ha una portata di 80 metri cubi al secondo mentre si possono verificare, nell’arco massimo di due secoli, portate fino a 132 metri cubi al secondo. Con gravissimi rischi di esondazione e quindi di allagamenti in zone densamente popolate della città Il problema è stato affrontato in passato prospettando la soluzione delle casse di espansione oppure, come indicato nel Piano Strutturale, con la deviazione dello stesso Castro. Nella fase di predisposizione definitiva sia del Piano strutturale che del Regolamento urbanistico, dovranno essere definite le scelte progettuali per le opere necessarie ad evitare i rischi”.
Cardone e Dringoli hanno infine sottolineato l’importanza di un’analisi e di un’azione congiunta dei due enti nelle definizione delle competenze e quindi delle concrete azioni per fronteggiare il rischio idraulico.

Il Protocollo firmato da Provincia e Comune di Arezzo punta a ridurre il rischio idraulico nell’intero territorio comunale. La parte della città di Arezzo che si sviluppa in pianura è particolarmente esposta a causa del Torrente Castro che la attraversa e del torrente Vingone limitatamente ad alcune aree più periferiche.

Esistono anche altre situazioni a rischio

Abitato del Bagnoro
Il Torrente Valtina presenta una sezione di deflusso insufficiente a smaltire portate di piena. Il Comune di Arezzo ha commissionato uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza di tutta l’asta fluviale del Valtina, dalla zona prospiciente il cimitero fino alla confluenza sul Vingone.
L’attraversamento più a monte verrà adeguato, quanto prima, a spese dell’amministrazione comunale, in maniera da consentire così lo smaltimento della portata residua. I due attraversamenti posti più a valle dovranno, anch’essi, essere adeguati. Questi interventi saranno realizzati in compartecipazione tra le due amministrazioni.

Torrente Covole
Il borro di Covole presenta un alveo insufficiente nel tratto che costeggia la strada comunale. La proposta progettuale, commissionata dalla Provincia, consiste nell’adeguamento della sezione idraulica verso la riva sinistra dove sono presenti solo due abitazioni. In riva destra, essendo presente la strada comunale, si prevede solamente il consolidamento dell’argine presente, con la possibilità di utilizzare il medesimo come percorso pedonale

Rio del Gavardello
Dalla sua efficienza dipende la sicurezza di una ampia area urbanizzata a ridosso della strada comunale della Catona, che in passato ha subito frequenti eventi alluvionali.
Il reticolo idraulico non sempre è in grado di recapitare le acque al collettore principale. Si ravvede anche qui la necessità di riorganizzare tale reticolo e di adeguare la sezione idraulica del fosso Gavardello.

Torrente Frassina
Il Torrente Frassina non è stato oggetto di manutenzione da molto tempo e la sua sezione idraulica è in molti tratti insufficiente a far defluire le acque raccolte. Si ritiene indispensabile restituirgli il ruolo di collettore principale delle acque ricadenti nella zona adeguandone la sezione idraulica. La provincia di Arezzo si impegna a progettare e a eseguire i lavori riguardanti il torrente Frassina, mentre il Comune di Arezzo si impegna alla progettazione e alla esecuzione dei lavori necessari a rendere efficiente il reticolo minore.

Torrente Sellina
La zona contermine al borro Sellina è soggetta a rischio d’allagamento. L’urbanizzazione dell’area attorno a via Padre Teodosio e della zona industriale della Sella necessita di una più razionale rete di fossi minori che consentano la immissione delle acque nei due più importanti canali recettori della zona che sono il borro Sellina stesso, più a valle nominato Fossatone e il torrente Vingone. Un ruolo non secondario può essere svolto anche dalle fossette di raccolta della linea ferroviaria Roma-Firenze che adesso è configurata in modo non razionale.
La Provincia di Arezzo si assume l’onere dell’adeguamento della sezione idraulica e il consolidamento arginale del Sellina nel tratto a monte della Due Mari.
Entrambi gli enti si attiveranno in modo coordinato per ricercare i finanziamenti per la realizzazione di una cassa di espansione, sempre a monte della Due Mari, della cui realizzazione la Provincia sarà ente attuatore.

Torrente Fossatone
La Provincia di Arezzo si assume l’onere della realizzazione dell’adeguamento del corso d’acqua, riservandosi la facoltà di delegare per questo il costituendo consorzio di Bonifica; mentre il Comune di Arezzo dovrà compartecipare ai finanziamenti in quanto il tratto interessato dall’intervento ricade parzialmente in area urbana.

Fosso del Chianicella
Si tratta del fosso che nasce dall’area pianeggiante nei pressi dell’aeroporto di Molin Bianco. Una soluzione può essere rappresentata dalla deviazione del corso d’acqua in modo da rendere il tombamento non più sede di scorrimento fluviale e quindi dall’esame delle aree si vede che il recapito ideale per tali acque è il torrente Sellina. Il Comune di Arezzo si impegna a divenire l’Ente attuatore dell’opera, sulla base di un progetto redatto a carico della Provincia di Arezzo, che si impegna a verificare la possibilità di chiamare in compartecipazione i soggetti concessionari del tombamento attuale, in primo luogo L.F.I. e Comune di Arezzo.

Fosso del Riolo
Si tratta di un fosso in località Madonna di Mezza Strada che frequentemente sottopone le aree circostanti ad eventi d’esondazione. Il Comune di Arezzo si impegna ad attivarsi presso Nuove Acque al fine di prevedere nei programmi di intervento la delocalizzazione di questa fognatura. Il Comune s’impegna inoltre a inserire negli strumenti urbanistici la previsione di realizzazione dell’intervento di adeguamento della sezione idraulica del rio.

Rio Rigutino
Il comune di Arezzo si impegna a promuovere presso Nuove Acque la delocalizzazione della fognatura che dovrà avvenire quanto prima, ad individuare le aree interessate alla realizzazione della nuova fognatura ed a promuovere la eventuale relativa variante allo strumento urbanistico.

Rio di Rigutino a Frassineto
La Provincia di Arezzo suggerisce di trasformare il tratto di fiume coperto in semplice fognatura. Questa soluzione comporterebbe anche un notevole risparmio in termini economici giacché gli allacciamenti delle abitazioni al tombamento sono già esistenti.

Canale Maestro della Chiana – strade arginali in destra e sinistra idrografica nel tratto compreso fra ponte a Chiani e la località “I Ponti di Arezzo”.
Il Comune di Arezzo si impegna allora a limitare il traffico veicolare sulle stradi arginali ai soli residenti nella zona e ad adeguare, a proprie spese le strade medesime per renderle idonee al transito a norma del nuovo codice della strada. La Provincia, da parte sua, s’impegna ad attuare tutti gli interventi necessari atti a garantire la stabilità delle sponde del Canale Maestro in corrispondenza anche del tracciato delle suddette strade arginali.

Fosso Regola e Regolino a Pieve al Toppo
Occorre realizzare un nuovo fosso di acque basse che raccolga le acque provenienti da monte dell’abitato e che le convogli verso il canale Maestro della Chiana. Questo nuovo canale occorre ricade in comune di Arezzo e pertanto occorre che venga prevista la variante allo strumento urbanistico che ne consenta la realizzazione.