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San Francesco e la Lupa in Piazza Saione

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San Francesco e la Lupa in Piazza Saione

AREZZO – L’opera di Venturino Venturi, “San Francesco e la lupa” è adesso nell’area verde antistante la chiesa dei francescani. Un’opera il cui nome è stato precisato stamani da Lucia Fiaschi, nipote dell’artista: “è una lupa verso la quale si protendono le mani del Santo e Venturi ha immaginato che Francesco fosse riuscito a far innamorare l’animale”.
L’artista progettò la scultura nei primi anni settanta quando il Comune di Gubbio bandì un concorso. La realizzò nel 1973 e l’opera venne poi collocata nella scuola elementare Pio Borri di Arezzo, diventando “punto di riferimento” per moltissime generazioni di bambini. “Nel realizzarla – ha sottolineato Lucia Fiaschi – Venturi aveva in mente le prime rappresentazioni, nel ‘200, del Santo. E’ un segno importante nel suo percorso artistico, sintesi di figura e non figura, espressione di profonda religiosità”.
Un’opera che il Sindaco Giuseppe Fanfani ha presentato come il giusto riconoscimento ad una zona, quale quella di Saione, che registra un forte e rinnovato impegno dell’Amministrazione comunale. Tra l’altro, nelle prossime settimane, verranno piantati alberi di fronte alla scuola media e verrà chiuso il permesso di fare altrettanto nel cortile della chiesa. E saranno – ha annunciato il Sindaco – i primi degli oltre 1.000 alberi che il Comune collocherà nell’arco del 2008.
Alla cerimonia di questa mattina in piazza Saione hanno preso parte il Presidente della Circoscrizione, Peloso e gli assessori Brezzi, De Robertis, Dringoli, Nocentini e Rossi. Ed a quest’ultima il Sindaco Fanfani ha riconosciuto la primogenitura dell’idea di spostare l’opera di Venturi dal Praticino a Saione.

Venturino Venturi nasce nel 1918 a Loro Ciuffenna ma ben presto emigra con la famiglia. Tornato in Italia, compie gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e, a parte la parentesi della guerra, durante la quale viene anche ferito sul fronte greco-albanese, la sua vita è interamente dedicata alla scultura e alla pittura.
Di difficile collocazione tra le correnti artistiche visto il suo linguaggio estremamente individuale. Durante il suo percorso, espone sia in Italia che all’estero, sviluppando in particolare i contatti con il Lussemburgo dove si reca di frequente e dove esegue alcune delle sue opere maggiori. Molti i lavori che realizza in città italiane come nella stessa Loro Ciuffenna, ad Arezzo e a Firenze e fra le grandi realizzazioni pubbliche, degno di nota, è il monumento a Pinocchio realizzato nella città di Collodi.
Le opere di Venturino rilevano, nei dipinti a olio, un anelito che fa scorgere nell’anima dell’artista l’inappagato desiderio del sublime e del bello: i suoi disegni vogliono toccarci con la loro espressione spirituale, che egli sa trovare anche nei momenti tragici.
Le sue sculture, complesse come la sua anima, indicano la vastità dei suoi interessi e la sua ansia di ricerca dell’assoluto anche nell’uso di diversi materiali, dal marmo rosso, al ferro, alla ceramica e al legno. Grande ritrattista, Venturino ci ha lasciato sculture che ritraggono famosi personaggi a cui era legato da profonda stima e amicizia, Ottone Rosai, Vasco Pratolini e Mario Luzi, tutti conosciuti nel famoso bar storico-letterario, il mitico “Giubbe Rosse” di Firenze.
Il bello è figlio della fatica, della sofferenza, della perseveranza, potremmo dire in sintesi per la sua arte.
Gran parte delle sue opere oggi sono raccolte nel Museo che la città di Loro Ciuffenna gli ha dedicato. Venturino ha assorbito l’essenza stessa di questa terra e il suo amore per i luoghi nativi, provato dal fatto che ha scelto di abitarvi e lavorarvi. Sono ben poche le case di Loro Ciuffenna che non hanno sue creazioni, che tra l’altro ricavava anche dai ciottoli prelevati personalmente dal letto del torrente Ciuffenna.
Ad Arezzo sono conservate alcune sue sculture in legno: c’è “L’uomo nell’ulivo” all’Auditorium di via Montetini, c’è “San Francesco e il lupo” prima collocata al Praticino, ora a Saione, realizzata in anni durante i quali molte sue opere erano di destinazione pubblica. Ricordiamo tra di esse: il Monumento per i martiri del nazismo a Firenze, il Monumento ai caduti per Loro Ciuffenna, il Crocifisso di Pietrasanta, il Murale per il Comune di Caviglia.
Muore nel 2002.