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‘Scatole nere in sala operatoria’

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ROMA – Il 20 febbraio u.s. è stato presentato, nel corso dell’incontro “Sicurezza in ospedale: le 10 regole per migliorare l’assistenza al paziente”, un documento di intenti ed interamente condiviso, come uno strumento utile a migliorare l’assistenza al malato e ridurre al minimo il rischio di errore in corsia.. Partendo, infatti, dal principio universale che “sbagliare è umano” e che questa rappresenta l’ipotesi più corretta per impostare la campagna sulla sicurezza in sanità, è stata stilata una griglia di 10 regole d’oro, al fine di ridurre gli errori minimali che si verificano in tutti gli ospedali, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Questi errori sono quelli che si sviluppano più frequentemente nelle pratiche sanitarie e sono detti “minimali” proprio perché meno evidenti, ma proprio per questo più difficili da controllare. L’errore è nella grande maggioranza dei casi dovuto a problemi organizzativi e all’insufficiente interazione tra figure professionali che operano nello stesso ambito e uno dei punti del decalogo prevede, ad esempio, l’adozione del “foglio unico di terapia” medico-infermiere, al fine di evitare possibili errori di trascrizione. Sulla stessa linea di principio, l’inserimento delle cosiddette “scatole nere” nelle sale operatorie deve essere percepito come un progetto “tecnologico” per salvaguardare gli operatori sanitari, a volte accusati troppo facilmente di imperizia e contemporaneamente innalzare il livello di sicurezza.
L’ High-tech in sala operatoria non è una novità e tutti auspicano una sua diffusione e uso concepito come nuova frontiera della chirurgia e come strumento irrinunciabile per migliorare l’efficacia della didattica medica.
La risonanza, che ha avuto la notizia sul progetto di dotare le sale operatorie di un sistema audiovisivo, è chiaramente indice dell’interesse che l’opinione pubblica ha rispetto verso innovazioni studiate chiaramente per aumentare la sicurezza dei pazienti e degli operatori e non per porre in essere sistemi di sorveglianza delle attività lavorative tanto inaccettabili, quanto, soprattutto, inutili. E’ per questo che quanto si legge oggi su alcuni quotidiani (pochi), circa opinioni discordanti, fa chiaramente capire che chi le esprime è fuori tempo, perché da un lato non mostra di apprendere tutto ciò che di buono il progresso scientifico e tecnologico mette a disposizione per migliorare i risultati delle pratiche mediche ed infermieristiche, e dall’altro è fuori luogo perché dimostra una pervicace volontà di impedire i cambiamenti. Nell’interesse di chi? Ognuno può liberamente giudicare.