Home Cronaca Sull’ambiente giustizia è fatta, WWF: ‘siamo a metà strada’

Sull’ambiente giustizia è fatta, WWF: ‘siamo a metà strada’

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ROMA – “La maggior parte dei successi conseguiti per la tutela dell’ambiente si deve a una intelligente, coraggiosa ed efficace azione giuridica e amministrativa.” È questa l’opinione del presidente del WWF Italia Fulco Pratesi in apertura al dossier “Giustizia e ambiente. 20 anni di esperienza WWF” che verrà presentato domani presso la Corte di Appello di Roma. Per voce di avvocati, magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, il WWF aprirà i propri archivi e traccerà il quadro delle attività della propria Direzione legale legislativa, nel difficile contesto del diritto ambientale in Italia.

Ma alla luce dei 20 anni di esperienza, cosa è cambiato in Italia sulla lotta ai crimini ambientali? Siamo ancora a metà strada. L’Italia ha un sistema di norme sull’ambiente che affronta tutti i temi – caccia, abusivismo, inquinamento, rifiuti, aree protette – ed è cresciuta la sensibilità dell’opinione pubblica rispetto alla lotta all’illegalità ambientale, così come la preparazione di magistrati, avvocati e Forze dell’Ordine, ma difendere l’ambiente è ancora troppo faticoso.
I crimini ambientali sono tuttora considerati reati “di serie B”, per chi li commette prescrizioni rapidissime e irrisorie sanzioni monetarie. Per di più, l’auspicato riordino della normativa in materia – “dispersa” nei vari ambiti della corposa normativa vigente e sottoposta a modifiche frequenti e spesso contraddittorie – si è tradotto, con il decreto legislativo 152/2006 di riordino della normativa ambientale (derivato dalla Legge Delega ambientale), in una limitazione evidente dell’attività legale delle associazioni ambientaliste, evidentemente d’ostacolo ai crescenti interessi economici legati al settore industriale e infrastrutturale o, peggio, alla criminalità organizzata.

“Perché questi vent’anni di tenace e costante attività legale si traducano in una difesa sistematica della salute dei cittadini e del patrimonio naturale del Paese – afferma Patrizia Fantilli, Responsabile della Direzione Legale legislativa del WWF Italia – è necessario un colpo di coda da parte dello Stato. I delitti contro l’ambiente devono essere inseriti nel Codice Penale come delitti “di serie A”, e come tali devono essere perseguibili, con tutte le aggravanti del caso. Ma occorre anche riformare il decreto legislativo del 2006, alleggerire la macchina burocratica garantendo un’esecuzione rapida delle sentenze, riconoscere alle associazioni ambientaliste il ruolo che hanno svolto fino ad oggi.”

Il WWF per combattere l’illegalità ambientale si è avvalsa di una squadra di oltre 330 avvocati spesso quasi a titolo di volontariato, ha avviato 1500 procedimenti giudiziari su tutto il territorio italiano tra ricorsi amministrativi e costituzioni di parte civile in processi penali e decine di reclami presso la Commissione Europea nei confronti dell’Italia per violazione delle norme ambientali. Sono questi i numeri della ventennale azione legale WWF per la tutela dell’ambiente, un’azione che non ha risparmiato alcun ambito di intervento e che attraverso la contestazione puntuale di singole opere o situazioni di illegalità, è riuscita a interferire sulle scelte pubbliche di pianificazione contribuendo in maniera fondante al miglioramento della legislazione in materia.

Ma soprattutto, accanto a un’azione territoriale tangibile e a volte eclatante (come l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti o di parte del Villaggio Coppola, vera e propria città abusiva lungo la costa di Caserta), attraverso la costante sollecitazione di avvocati e magistrati su questioni non codificate dalla normativa vigente, il WWF ha contribuito alla costituzione di una nuova giurisprudenza in materia ambientale, alla promulgazione di nuove leggi (come la legge quadro sulle aree protette del 1991 e la legge sulla caccia del 1992), e alla formazione di operatori del settore (avvocati, magistrati, forze dell’ordine) altrimenti privi di strumenti di riferimento.

Il 24 novembre scorso il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino ha affermato che i crimini ambientali sono crimini contro l’umanità. Ed è proprio per la salute dell’uomo, oltre che del pianeta, che il WWF ritiene sempre più necessari e urgenti una definizione della legislazione ambientale e un maggior rigore nell’agire contro i responsabili di un degrado che minaccia gravemente il nostro paese.

“L’attività legale per l’ambiente – dichiara Donato Ceglie, Sostituto Procuratore del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – si scontra ogni giorno con i costi elevati della giustizia e con un apparato burocratico troppo lento e troppo poco predisposto alla tematica ambientale. Ma i vent’anni di azioni della squadra legale del WWF e gli importanti risultati conseguiti sia in ambito legislativo-giudiziario che sul territorio, sono un chiaro segno che nonostante tutto le cose possono cambiare. E ci auguriamo che questo avvenga presto.”

Domani, sabato 21 aprile ore 9.30, presso l’Aula Magna della Corte d’Appello di Roma, magistrati, politici e forze dell’ordine a convegno con il WWF sul tema “Giustizia e Ambiente. 20 anni di esperienza WWF”. Saranno presenti il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e l’europarlamentare Monica Frassoni. Nel pomeriggio, dalle 14.30, tavola rotonda degli avvocati WWF con il vice questore agg. del Corpo Forestale dello Stato.

FONTE: WWF ITALIA