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Treni: il semaforo rosso dello sciopero

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Treni: il semaforo rosso dello sciopero

AREZZO – I lavoratori delle ferrovie parteciperanno allo sciopero generale del 30 novembre del settore trasporti, queste le dichiarazione del Sindacato Cgil : “Non solo condividiamo le motivazioni generali – commenta Bruno Centobelli, Segretario della Filt Cgil – ma intendiamo anche ottenere risposte ai problemi aperti nel settore e che sono alla base delle vertenze aperti da mesi con il governo e con il Gruppo Fs”
La situazione nel comparto ferroviario è di particolare gravità, anche a seguito delle decisioni che il Governo e il Parlamento si apprestano ad assumere con la Legge Finanziaria.
“Permangono e peggiorano – afferma Centobelli – tutti gli elementi negativi della crisi Fs, con le pesanti conseguenze sulle condizioni di lavoro dei ferrovieri e dei lavoratori delle attività collegate. Le ferrovie, insieme all’intero comparto dei trasporti, sono prive di una politica di programmazione, di interventi organici di regolazione e di un adeguato flusso di risorse, in un settore sempre più importante per l’economia del Paese, indispensabile per uno sviluppo equilibrato e meno aggressivo per la sicurezza e la salute dei cittadini”.
Il trasporto ferroviario, in un contesto di ripresa di una politica dei trasporti può e deve assumere un ruolo fondamentale per l’intero settore. Tutto questo non c’è nella Legge Finanziaria e gli impegni sono largamente insufficienti e gli stessi accordi sottoscritti sono disattesi.
La Filt Cgil ricorda i tre punti fondamentali della trattativa: regolarizzazione della concorrenza e dell’accesso al mercato, nonché la definizione del servizio universale; contratto unico di riferimento per l’intero settore; il piano d’impresa nelle parti legate allo sviluppo dei servizi e della produzione che non hanno ancora concluso il lavoro previsto, mentre i problemi aperti del settore ferroviario richiedono una rapida conclusione del confronto.
“Le decisioni che si vanno assumendo con la Legge Finanziaria – commenta Centobelli – tolgono la sostenibilità al piano d’impresa con effetti di taglio dei servizi e relative ricadute sul lavoro. Cade così la condizione fondamentale per lo sviluppo: non sono infatti sostenuti i servizi a domanda debole, all’interno del cosiddetto servizio universale e per il Trasporto Regionale non ci sono risorse per sostenere qualsiasi ipotesi di sviluppo. Analogamente nel settore merci la crisi è destinata ad aggravarsi, in mancanza di scelte politiche adeguate e di sostegno al trasporto ferroviario delle merci.
Tutto questo, se non intervengono modifiche, provocherà pesanti conseguenze sull’intero comparto, per le attività dirette e per tutto il vasto settore dell’indotto ferroviario: appalti di pulizie, ristorazione a bordo treno e accompagnamento notte”.
Nell’azienda FS la situazione sembra quindi destinata a peggiorare. “Le carenze di personale, che già producono eccessivi carichi di lavoro, prestazioni straordinarie e un indecoroso giro di incentivi all’uscita insieme agli incentivi a restare in servizio, segnalano un sistema che può andare rapidamente fuori controllo – conclude Centobelli. Per non parlare dei premi individuali elargiti in modo “casuale” mentre i diritti contrattuali ai premi di risultato e al contratto continuano ad essere negati.
Il rischio principale di questa situazione è che l’aggravarsi della crisi aziendale possa portare ad un drastico taglio dei livelli produttivi nell’esercizio, nella manutenzione e in tutte le attività collegate, insieme alla messa in discussione della tutela del reddito dei lavoratori interessati. Per tutte queste ragioni, i lavoratori delle attività ferroviarie scioperano insieme a tutti i lavoratori dei trasporti per ripristinare le sedi di confronto, per rivendicare gli interventi e di programmazione e di sostegno al trasporto ferroviario a partire dal rispetto degli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali”.