Home Attualità Un depuratore rischia di stravolgere il Padule di Fucecchio

Un depuratore rischia di stravolgere il Padule di Fucecchio

0
Un depuratore rischia di stravolgere il Padule di Fucecchio

ROMA – L’area protetta è appena nata. Ma già un progetto per un nuovo depuratore rischia di stravolgere il Padule di Fucecchio, in Toscana, recentemente inserito dal governo italiano tra le zone umide di importanza internazionale che rientrano nella convenzione di Ramsar.

Legambiente sostiene che il nuovo impianto, nato per rendere più efficiente la depurazione nell’“area del Cuoio” della Toscana centrale, manca di queste caratteristiche: circolazione artificiale di milioni di metri cubi d’acqua, nessuna garanzia di abbattimento dei cloruri, assenza di soluzioni per lo smaltimento dei fanghi e un enorme aumento del carico inquinante per i depuratori del comprensorio. A 3 anni di distanza dalla sottoscrizione del relativo accordo di programma, Legambiente, in una nota inviata al Ministero dell’Ambiente, che è tra i maggiori finanziatori del progetto, sottolinea nuovamente la grave assenza di tali prerogative.

“Anche la Regione Toscana ha ritenuto il progetto privo di misure di compensazione per il territorio che si estende tra Croce sull’Arno e Castel Franco” – sottolinea Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e territorio di Legambiente. “La sua realizzazione comporterebbe, in modo particolare, gravi conseguenze sul Padule di Fucecchio che, in questo modo, verrebbe privato delle acque che lo alimentano.”

La sopravvivenza di questa importante zona umida non sembra, invece, interessare gli enti locali, decisi ad andare avanti senza troppe modifiche nella realizzazione della centralizzazione.

Una progettazione priva di scrupoli e superficiale che va assolutamente modificata dal momento che pone una forte ipoteca sulla riorganizzazione della depurazione nella zona e mette seriamente a rischio un’area ad alto valore ambientale.