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130 mila tossicodipendenti abbandonati a se stessi

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130 mila tossicodipendenti abbandonati a se stessi

ROMA – Complessivamente, nel 2007, circa 130 mila tossicodipendenti bisognosi di cura – su 320 mila utilizzatori problematici di droghe, in gran parte eroina e cocaina – non hanno ricevuto invece alcun tipo di assistenza, né presso i Servizi pubblici per le tossicodipendenze né presso le comunità di recupero. E’ uno dei dati più allarmanti emersi dall’indagine condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) per la ‘Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze’ per l’anno 2007. Insieme con quelli sull’incremento nei consumi da parte della popolazione generale e della sempre maggior età delle vittime e dei soggetti in trattamento, tutti indici di una evidente ‘cronicizzazione’ del problema.
“Si stima che nel 2007 i consumatori di sostanze psicoattive illegali con bisogno di cura siano stati poco meno di 320mila, di cui circa 205mila consumatori di eroina e circa 154.000 di cocaina”, osserva Sabrina Molinaro, dell’Ifc di Pisa, responsabile dell’indagine, “con un leggero decremento dei primi e un lieve incremento dei secondi”.
Nel 2007 – sempre secondo i dati del Ministero della Salute, analizzati dall’Ifc-Cnr – hanno ricevuto un trattamento presso i SerT 171.771 persone, 16.433 delle quali sono state inviate presso strutture socio riabilitative. Il numero complessivo dei soggetti assistiti nelle comunità terapeutiche nello stesso periodo, è stata però di 18.357 persone. La quota restante, circa 130mila persone, pur bisognosa di trattamento non è stata in carico presso alcun tipo di servizio o struttura nel corso del 2007.
Si conferma la preponderanza tra gli utenti in carico ai SerT di coloro che fanno uso di eroina ed altri oppiacei, il 74% dell'utenza complessiva presenta tale tipologia di sostanze come primaria, mentre seguono la cocaina (16% degli utenti), la cannabis (l'8%) e le amfetamine o gli allucinogeni (1%). Il 56% assume la sostanza primaria per via iniettiva e il 47% è policonsumatore.
Quasi un terzo degli utenti è disoccupato e l’8% è senza fissa dimora; tali proporzioni risultano nettamente più elevate tra gli stranieri. Il 64% dei soggetti riceve trattamenti farmacologici integrati con interventi di carattere psicosociale e/o riabilitativo e il 36% esclusivamente trattamenti psicosociali e/o riabilitativi. Per quanto attiene alle patologie infettive correlate alla droga, nel 2007 sono risultati positivi il 12% dei soggetti sottoposti ai test sierologici per HIV (il 40% degli utenti dei servizi).
L’età media dei soggetti in trattamento attivo nel 2007 è di circa 35 anni, esattamente la stessa delle vittime, che sono in aumento. Nel 2007, con 589 decessi, si registra infatti un incremento del 6% rispetto all’anno precedente e anche l’età media delle vittime è aumentata dai 33 anni del 2001 ai 35 del 2007. La quota di decessi attribuibili all’eroina è stabile al 40%, mentre quella riconducibile alla cocaina è cresciuta dal 2,3% del 2001 al 6,1% del 2007.
Contemporaneamente si osserva un leggero decremento dei consumi fra gli studenti (fra i 15 ed i 19 anni, soprattutto tra i 15enni). Il 51% degli studenti ritiene però “facile o piuttosto facile” reperire in breve tempo una qualsiasi sostanza psicoattiva illegale. È la discoteca il luogo maggiormente indicato dove reperire le sostanze (il 30% riferisce di potervi comprare cannabis, poco meno del 25% cocaina, il 15% eroina), a seguire la casa dello spacciatore e la strada. Anche la scuola viene indicata dagli studenti come luogo di possibile approvvigionamento e spaccio: il 26,4% riferisce di potervi trovare facilmente la cannabis, il 12% l’eroina, il 5,7% per gli stimolanti e il 4% per gli allucinogeni. Tale percezione di accessibilità scende, si fa per dire, al 31,3% degli italiani prendendo in esame il campione fra i 15 ed i 64 anni.
Relativamente al consumo di cocaina il 2007 sembrerebbe stabile dopo un trend pluriennale di aumento: 8 persone su 1000 l’hanno assunta negli ultimi 30 giorni, una su 1000 ne fa un uso frequente. Aumenta però la diffusione dell’uso di cannabis, sia come consumo “occasionale” (14,6% di italiani ne fanno uso una o più volte nell’anno), sia per i consumi più frequenti (una o più volte nel mese, fino all’uso quotidiano che interessa l’1,4% degli italiani tra i 15 ed i 64 anni). Le donne tendono di più all’uso sporadico.
Eppure, nonostante il trend di aumento generale, dalle ricerche epidemiologiche eseguite dall’Ifc-Cnr emerge che la popolazione è consapevole dei rischi per la salute correlati ai consumi di sostanze psicoattive e con una forte opinione negativa sul loro uso, che l’84,6% disapprova e l’89,8% percepisce come rischioso. Anche per la cannabis, il 70% degli intervistati esprime preoccupazione e l’80% ne biasima il consumo.
I costi sociali legati al consumo di sostanze psicoattive illegali per l’anno 2007 è stimato in circa 10.353.000.000 di euro, dei quali circa 1.862.000.000 di euro, con un incremento prossimo al 7% rispetto all’anno precedente, relativi all’utilizzo di risorse di tipo socio-sanitario.