Home Cultura e Eventi Cultura A Firenze la restaurata ‘Madonna del cardellino’ di Raffaello

A Firenze la restaurata ‘Madonna del cardellino’ di Raffaello

0

FIRENZE – Considerato uno dei maggiori capolavori del giovane Raffaello, 'La Madonna del cardellino', dopo una vita tormentata fatta di interventi di fortuna tesi a porre riparo alla distruzione della tela avvenuta a metà del Cinquecento e dopo dieci anni di restauro a cura dell'Opicifio delle Pietre Dure di Firenze, torna alla grazia e alla vivacità cromatica di un tempo. Il celebre dipinto, prima di tornare definitivamente alla Galleria degli Uffizi, verrà esposto al grande pubblico in una suggestiva mostra monografica dal titolo 'L'amore, l'arte e la grazia – Raffaello: La Madonna del cardellino restaurata'.

Curata da Antonio Natali e Marco Ciatti e allestita nelle sale di Palazzo Medici a Firenze dal 23 novembre 2008 al primo marzo 2009, l'esposizione intende non solo rendere omaggio alla straordinarietà dell'opera ma anche restituire la complessità del lavoro di restauro e offrire della tela una panoramica critica ampia e articolata affiancandola in mostra a quattro significative opere coeve. Saranno esposte infatti la 'Gravida', ascritta a Raffaello fra il 1504 e il 1508; la 'Monaca', di scuola fiorentina, significativa testimonianza dell'influenza esercitata da Raffaello; la 'Madonna, il Bambino e San Giovannino' di Girolamo della Robbia; la 'coperta' di ritratto, una sottile tavola un tempo attribuita da alcuni studiosi a Raffaello per il dipinto la 'Monaca'.

"Il lungo e complesso lavoro di restauro della Madonna del cardellino – ha dichiarato Matteo Renzi, presidente della Provincia di Firenze – è la sintesi stessa di Firenze: un meraviglioso rapporto tra antichi splendori e saperi moderni. Capacità di sapersi proiettare nel futuro, vincendo la vertigine di un passato illustre. Il restauro e la mostra del capolavoro di Raffaello confermano il territorio fiorentino e il Palazzo Medici come un'ideale vetrina per le bellezze che a tutto il mondo appartengono".

Realizzata intorno al 1506, 'La Madonna del cardellino' rappresenta una delle testimonianze più alte raggiunte dal Cinquecento fiorentino, periodo nel quale operavano contemporaneamente a Firenze Raffaello, Leonardo, Michelangelo e Frà Bartolomeo. A rendere eccezionale il valore del restauro operato sull'opera è anche la vicenda inedita che la vede protagonista. Nel 1547 l'opera viene ridotta in diciassette pezzi e numerosi microframmenti "a seguito del crollo della casa di Lorenzo Nasi dove era ospitata a testimonianza della vicinanza della famiglia a Raffaello. Pezzo a pezzo – ha spiegato Cristina Acidini, soprintendente al Polo Museale Fiorentino – quel che restava della tela fu ricomposto attraverso l'impiego di un sistema innovativo per l'epoca. La tela fu successivamente acquistata dai Medici e via via oggetto non di un vero e proprio restauro ma di interventi di rinfrescatura della cromia con l'aggiunta di strati di vernice".

Dopo dieci anni tra operazioni di studio e di restauro a cura di Patrizia Riitano dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l'opera è tornata finalmente allo splendore di un tempo. Un intervento non invasivo quello operato sul capolavoro di Raffaello caratterizzato da una prima fase di pulitura degli strati di vernice aggiunti nel tempo, che paradossalmente hanno permesso la conservazione della pittura originale, e da una fase successiva di risanamento del supporto ligneo.

"E' stato operato un restauro poco invasivo – ha sottolineato Marco Ciatti, curatore della mostra – anche perchè consapevoli che la tela verrà poi esposta all'interno di una teca protetta sul piano delle condizioni microclimatiche". Il lavoro di pulitura della vernice sovrapposta nei secoli a quella originaria ha permesso di "portare alla luce – ha aggiunto Patrizia Riitano, responsabile del restauro dell'opera – particolari inediti del paesaggio come parti di prato e piante. A caratterizzare il restauro è inoltre la sua reversibilità. In futuro un restauratore potrebbe rimuovere in pochi minuti il mio intervento''.

Articlolo scritto da: Adnkronos