Home Cultura e Eventi Cultura A Firenze le tecniche nascoste di Monet, Renoir e Van Gogh

A Firenze le tecniche nascoste di Monet, Renoir e Van Gogh

0

FIRENZE – Una grande mostra fiorentina dedicata ai capolavori dei maestri dell'Impressionismo, per svelarne tutti i segreti e le tecniche nascoste. E' "Impressionismo: dipingere la luce. Le tecniche nascoste di Monet, Renoir e Van Gogh" a Palazzo Strozzi dall'11 luglio al 28 settembre.
Oltre sessanta le opere esposte, provenienti dal Wallraf-Richartz Museum & Fondation Corboud di Colonia, selezionate per indagare una tecnica pittorica rivoluzionaria che permise agli artisti di uscire dagli studi e dipingere all'aria aperta con una libertà senza precedenti. Tra le innovazioni che permisero agli impressionisti di lavorare all'esterno, quella dell'introduzione dei tubetti di colore: può sembrare una cosa da poco, ma permise loro di studiare direttamente gli effetti di luce e ombra e riportarli poi sulla tela.
La mostra offre la possibilità di osservare, sulle opere stesse, le tracce lasciate da pennelli, matite e spatole per scoprire le tecniche usate e tentare di carpire i segreti anche delle opere più misteriose, sulle quali il visitatore è chiamato ad esprimere un parere, trasformandosi per un giorno in critico ed esperto d'arte. Il percorso culmina poi con l'esposizione di un dipinto a lungo ritenuto un Monet: si tratta invece di un falso coevo.
La mostra "Impressionismo: dipingere la luce" invita il pubblico a riflettere su tre questioni fondamentali, relative ad ogni singola opera, ciascuna al centro di una sezione: se è stata davvero realizzata in maniera spontanea; se è stata dipinta veramente all'aria aperta; se si tratta di un'opera compiuta o meno. La prima sezione si sofferma sugli schizzi e i disegni preparatori, spesso nascosti al di sotto dell'opera compiuta (ad esempio la riflettografia infrarossa eseguita sul "Ponte di Clichy" di Van Gogh ha rivelato un dettagliato disegno preparatorio e delle linee prospettiche).
La seconda sezione riflette sul luogo in cui sono stati creati i dipinti (ad esempio sono stati rinvenuti granelli di sabbia su "Mare a Saint-Palais" di Armand Guillaumin e tracce di polline di pioppo su "Biancheria stesa ad asciugare sulla riva della Senna" di Gustave Caillebotte). La terza sezione, invece, prende in considerazione la critica, spesso mossa ai dipinti impressionisti, di apparente incompletezza, a causa dello stile rapido, della frequente assenza della firma e della vernice finale.

La mostra, per ultimo, indaga i cambiamenti delle opere esposte dovuti al passare del tempo, ai restauri e ai ritocchi. Ad esempio, sulla "Fattoria a Bazincourt" di Pissarro sono state individuate aggiunte apportate da mani estranee per migliorare il dipinti.