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A Guglielmo degli Ubertini la Lancia D’oro di giugno

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A Guglielmo degli Ubertini la Lancia D’oro di giugno

AREZZO – L’opera è stata presentata questa mattina dal Sindaco Fanfani, dal consulente storico, Berti, e dai quattro rettori. La lancia è stata come di consueto realizzata da Francesco Conti sulla base del bozzetto vincitore del concorso d’idee e cioè l’artista milanese Itala Gasparini: “mi ha affascinato l’idea del Vescovo e della battaglia di Campaldino, citata da Dante”. Il bozzetto, come ha ricordato Luca Berti, sintetizza la vita del Vescovo Guglielmino e cioè la spada e il pastorale.
Il lavoro di Itala Gasparini e Francesco Conti ha raccolto consensi unanimi. Il Sindaco Fanfani: “una lancia particolarmente bella e caratterizzata”. E poi i Rettori. Paolo Nocentini, Porta Santo Spirito: “un vero capolavoro”. Marco Ercolini, Porta Crocifera: “un oggetto superlativo, bello come la Giostra”. Maurizio Carboni, Porta Sant’Andrea: “opera di grande bellezza”. Giancarlo Felici, Porta del Foro: “gli Ubertini è una famiglia di Porta del Foro ed anche i colori sono i nostri. Speriamo che porti fortuna”.

Ecco una scheda su Guglielmino degli Ubertini (1219 ca-1289) curata da Luca Berti.
Gli è dedicata la lancia d’oro della Giostra di San Donato 2008 (115a edizione), in occasione della traslazione delle spoglie nella Cattedrale di Arezzo.
Guglielmino degli Ubertini nasce da una delle maggiori famiglie del territorio aretino, appartenente alla nobiltà di origine franca, ricca di possessi signorili in Valdarno e Valdambra, in Casentino e nella vicina Romagna. Viene eletto vescovo di Arezzo nel 1248, dopo il vescovo Marcellino trucidato dalle truppe imperiali di Federico II. Guglielmino detiene la carica fino alla morte, avvenuta nel 1289 e il suo episcopato è di conseguenza il più lungo della storia aretina, dopo quello di Emanuele Mignone.
Come vescovo, l’Ubertini ristabilì la concordia fra i capitoli della Pieve e della Cattedrale con la famosa “unione guglielmina”; compì un’accurata visita pastorale nella diocesi; costruì il nuovo palazzo vescovile; protesse la presenza dei francescani in Arezzo; consacrò la chiesa della Verna; approvò gli statuti fondativi della Fraternita di santa Maria della Misericordia (oggi Fraternita dei Laici). Nel 1274 partecipò al concilio di Lione, al ritorno dal quale ospitò il papa Gregorio X, che morì ad Arezzo il 10 gennaio 1276, dove si svolse il successivo conclave, il primo nella storia della Chiesa. Grazie ad un lascito del pontefice, Guglielmino intraprese la costruzione della nuova cattedrale, realizzando quasi metà dell’edificio attuale.
Nella seconda metà del Duecento anche il Comune di Arezzo si rafforzò ed allargò il suo controllo del territorio, mentre la città conosceva un periodo florido, sia sotto il profilo economico che culturale. Di famiglia ghibellina, l’Ubertini seppe abilmente destreggiarsi fra le parti e le fazioni del suo tempo, riuscendo ad instaurare una signoria di fatto sulla città. In questa veste, nel corso del penultimo decennio del secolo, guidò la riscossa magnatizia contro la parte popolare e dovette fronteggiare la controffensiva della nobiltà guelfa espulsa da Arezzo dalla parte avversa. Morì l’11 giugno 1289 combattendo nelle fila dell’esercito ghibellino che nella piana di Campaldino, nel territorio casentinese dei Guidi, si scontrò contro la lega guelfa egemonizzata da Firenze. La sua scomparsa aprì per Arezzo un periodo di instabilità e di conflitti intestini, destinato a protrarsi fino all’episcopato di Guido Tarlati (1312-1327).